di Anna Balestrieri
La famiglia, devastata, ha vietato la diffusione del video integrale, molto duro, acconsentendo solo alla pubblicazione di un fermo immagine: Rom è steso a terra in un luogo non identificato della Striscia di Gaza, appare pallido, emaciato, le ossa visibili, lo sguardo vuoto. 21 anni, al Nova Festival ha cercato di salvare altre persone prima di essere catturato.

“Hanno rotto mio figlio”: la Jihad Islamica diffonde un nuovo video dell’ostaggio Rom Braslavski
Il 31 luglio, la Jihad Islamica Palestinese (PIJ) ha diffuso un nuovo video di sei minuti in cui appare Rom Braslavski, ostaggio israeliano catturato il 7 ottobre 2023 al festival Nova nel deserto del Negev. Secondo l’organizzazione, il filmato sarebbe stato registrato pochi giorni prima che si perdesse ogni contatto con il gruppo che lo deteneva. La sorte di Braslavski, dicono ora, è sconosciuta.
La famiglia, devastata, ha vietato la diffusione del video integrale, acconsentendo solo alla pubblicazione di un fermo immagine: Rom è steso a terra in un luogo non identificato della Striscia di Gaza, appare pallido, emaciato, le ossa visibili, lo sguardo vuoto. Le autorità israeliane e i media locali, come da prassi, non trasmettono filmati pubblicati dalle organizzazioni terroristiche senza il consenso dei familiari.
In una dichiarazione ufficiale rilasciata tramite il Forum delle Famiglie degli Ostaggi, i genitori di Rom hanno chiesto un incontro urgente con Netanyahu, il ministro della Difesa Israel Katz e il capo di stato maggiore Eyal Zamir. La madre, Tammy Braslavski, ha dichiarato a Ynet: “Mi hanno rotto mio figlio. Lo voglio a casa ora. So quante botte ha preso, perché Rom non piange mai. Se piange, è perché lo stanno torturando. Guardatelo: magro, debole, in lacrime. Tutte le sue ossa sporgono.”
Tammy ha anche criticato l’attenzione internazionale rivolta esclusivamente alla crisi umanitaria a Gaza: “Non piangete per i bambini di Gaza. Piangete per Rom. Abbiate compassione per gli ostaggi.”
Secondo il Times of Israel, Israele accusa la PIJ – come Hamas – di condurre una guerra psicologica basata sulla diffusione di video manipolati, destinati a indebolire l’opinione pubblica israeliana. La prima apparizione pubblica di Braslavski risale allo scorso aprile, in un altro video probabilmente sceneggiato dai rapitori, in cui il giovane dichiarava: “Vivo all’inferno. Tutto il giorno mi gratto, tutto il giorno soffro. Non so che malattia sia questa. Basta… basta… Signor Primo Ministro, la prego, mi tiri fuori da qui.”
Rom ha 21 anni, viveva a Gerusalemme e lavorava come addetto alla sicurezza al festival Nova. Durante l’attacco del 7 ottobre, ha cercato di proteggere e salvare altri partecipanti. È uno dei 49 ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. Secondo le stime, almeno 20 di loro sarebbero ancora vivi. La famiglia di Rom continua a lottare per la sua liberazione.
“La gente parla della fame a Gaza, ma Rom non riceve né cibo né medicine. È stato dimenticato. Anche la persona più forte ha un punto di rottura. Rom è stato spezzato”, si legge nel comunicato della famiglia. Mentre la guerra prosegue e l’attenzione mediatica oscilla, le famiglie degli ostaggi chiedono ascolto, empatia e azione.
Il volto emaciato di Rom Braslavski, il suo grido soffocato dal silenzio dei tunnel, simbolo della sofferenza ignorata, rimane un appello vivo alla coscienza pubblica.
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