Hamas pubblica un nuovo video dell’ostaggio Evyatar David che scava la sua tomba: “Netanyahu, ci hai distrutti”

Israele

di Anna Balestrieri

Il 1° agosto 2025, Hamas ha diffuso un nuovo video di Evyatar David, ostaggio israeliano trattenuto da 665 giorni nella Striscia di Gaza.

Nella versione integrale del video, che la famiglia ha dolorosamente accettato di divulgare, si vede David, che appare pallido e malnutrito, mentre scava quella che teme sarà la sua tomba in un tunnel a Gaza, rivela Times of Israel. «Oggi è il 27 luglio, sono le 12, non so cosa mangerò», dice. «Non mangio da qualche giorno di fila». L’ostaggio denuncia la mancanza di cibo e acqua, affermando che i suoi rapitori gli stanno dando quello che possono e affermando: «Mi trovo in una situazione molto difficile, per molto tempo, da tanti mesi. Questa non è finzione, è realtà». Nel video, una persona dietro la telecamera gli porge una lattina: «Questa lattina (di legumi ndr) è per due giorni. Tutta questa lattina è per due giorni, così non muoio», spiega David che aggiunge che la sua dieta consiste principalmente di lenticchie e fagioli e che annota su un calendario i giorni in cui rimane digiuno. Infine, rivolge un appello al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu: «Sono stato completamente abbandonato da te, mio primo ministro, che dovresti preoccuparti di me e di tutti i prigionieri». Alla fine del video, si vede mentre scava quella che teme sarà la sua stessa tomba all’interno del tunnel, mentre viene ripreso mentre lo fa.

 

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Un grido dall’abisso: “Ci hai distrutti. Firma l’accordo”

Il nuovo filmato è il secondo pubblicato da Hamas con protagonista David. Il primo era stato diffuso a febbraio, e mostrava Evyatar e l’amico Guy Gilboa-Dalal costretti ad assistere alla liberazione di altri ostaggi dal finestrino di un’auto.
Nel video, si sentivano dire: “Netanyahu, i nostri amici stanno tornando a casa dopo 500 giorni insieme. Ti preghiamo, è tutto ciò che vogliamo: salvaci. Aiutaci, popolo di Israele. Vogliamo essere come loro.” E ancora, Evyatar aggiungeva: “Netanyahu, ci hai distrutti. Negozia come si deve – firma un accordo e basta.” Una pratica invalsa per i gruppi terroristici, quella di scrivere un copione che gli ostaggi devono interpretare. E’ di giovedì l’incresciosa rappresentazione inscenata dalla Jihad Islamica con un emaciato Rom Breslavski che osserva alla televisione le immagini dei bambini affamati di Gaza e implora di smettere.

Chi è Evyatar David

Evyatar David ha 24 anni ed è originario di Kfar Saba. Prima del rapimento lavorava come capoturno in un caffè e stava pianificando un viaggio con gli amici in Thailandia e Giappone. È stato rapito il 7 ottobre 2023 al festival Nova vicino a Re’im, dove era rimasto per aiutare i feriti.

Condizioni disumane e accuse di propaganda

Secondo ex ostaggi, David e Gilboa-Dalal sono tenuti in condizioni spaventose, afflitti da malnutrizione, isolamento e abusi fisici continui. La famiglia ha paragonato le immagini a quelle della Shoah. “Il video di Evyatar è un grido di dolore. È un appello a riprendere i negoziati”, ha detto Idit Ohel, madre di un altro ostaggio.

Liri Albag, già liberata, ha scritto sui social: Non riesco a smettere di piangere per il senso di colpaIo ho il cibo sul tavolo. Lui no.” Una frase che ben riassume il dramma di un intero paese. E di quanti hanno trascorso settimane, mesi o anni in prigionia e non possono incominciare un percorso di guarigione fino a che sapranno che altri rimangono prigionieri dei loro stessi aguzzini.

Un messaggio per chi governa

Il leader dell’opposizione, Yair Lapid, ha pubblicato un messaggio su X (ex Twitter): “Ogni membro del governo dovrebbe guardare il video di Evyatar prima di andare a dormire. E poi provare ad addormentarsi sapendo che lui sta cercando di sopravvivere in un tunnel.”

Due video in 24 ore, ma ancora nessuna risposta

Il giorno prima, il 31 luglio, la Jihad Islamica aveva diffuso un altro video con protagonista Rom Braslavski, dichiarando di aver perso il contatto con i suoi rapitori.
La madre di Rom, Tammy, ha lamentato il totale silenzio istituzionale dopo la pubblicazione: “Nessun funzionario ci ha contattato. Nessuno.”

Una richiesta chiara: trattare ora

La voce di Evyatar David, fioca e disperata, non lascia spazio ai dubbi: gli ostaggi non hanno più tempo. La società israeliana è spaccata, e tra indifferenza e propaganda, le famiglie continuano a invocare ciò che resta della coscienza collettiva: negoziare, agire, salvare.