Due ostaggi israeliani uccisi il 7 ottobre: recuperati i corpi a Khan Younis

Israele

di Anna Balestrieri

La mattina di mercoledì 11 giugno, l’esercito israeliano ha annunciato il recupero dei corpi di due ostaggi israeliani uccisi e portati a Gaza durante l’attacco del 7 ottobre 2023. Le operazioni si sono svolte nell’area di Khan Younis, nel sud della Striscia, grazie a informazioni di intelligence considerate “accurate e sensibili”, ottenute da un coordinamento tra le Forze di Difesa Israeliane (IDF), il servizio di sicurezza interno (Shin Bet) e l’unità per il coordinamento delle operazioni sugli ostaggi.

Uno dei corpi identificati è quello di Yair Yaakov, 59 anni, rapito da casa sua nel kibbutz Nir Oz e assassinato da membri del gruppo estremista Jihad Islamica Palestinese durante l’assalto. Il secondo corpo appartiene anch’esso a un abitante di Nir Oz, anch’egli rapito e ucciso nella stessa giornata; il nome sarà reso pubblico successivamente. I resti sono stati trasferiti all’Istituto di Medicina Legale di Abu Kabir per l’identificazione e le famiglie sono state avvisate.

Nir Oz, comunità martoriata

Il kibbutz Nir Oz è stato uno dei bersagli principali degli attacchi del 7 ottobre. Quel giorno, 47 residenti furono uccisi e 76 rapiti e condotti a Gaza. Ad oggi, quattro degli ostaggi originari del kibbutz risultano ancora in vita, mentre cinque corpi non sono stati ancora restituiti. Recente la restituzione dei corpi della coppia di attivisti per la pace Haggai. Yaakov era stato sequestrato assieme alla compagna Meirav Tal. Anche i suoi due figli, Or e Yagil, erano stati rapiti ma successivamente liberati durante un accordo di scambio ostaggi avvenuto nel novembre 2023.

Sui social, Yagil Yaakov ha espresso riconoscenza verso le forze israeliane per il recupero del corpo del padre, augurandosi che gli altri ostaggi possano tornare a casa “attraverso un accordo che non metta a rischio i soldati”.

La situazione attuale: ostaggi, trattative e pressioni

Secondo gli ultimi dati forniti dalle autorità israeliane, nella Striscia si trovano attualmente 53 ostaggi. Di questi, 20 sono ritenuti ancora in vita, mentre 31 corpi sono stati confermati come deceduti. Due persone risultano in condizioni estremamente preoccupanti. Il numero totale degli ostaggi inizialmente rapiti il 7 ottobre da Hamas e altri gruppi affiliati era di 251.

Nel frattempo, Israele avrebbe elaborato una nuova risposta alla più recente proposta avanzata da Hamas nel contesto delle trattative per una tregua e il rilascio degli ostaggi. Secondo un servizio del Canale 12, il governo israeliano si direbbe disponibile a una certa flessibilità sui tempi del cessate il fuoco e sulla scadenza della liberazione degli ostaggi, ma rimarrebbe fermo nel rifiutare una cessazione permanente del conflitto e nel mantenere il controllo sulla distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia.

Queste nuove condizioni sarebbero state formulate in una riunione ristretta a cui avrebbero partecipato il ministro della Difesa Israel Katz e il ministro per gli Affari Strategici Ron Dermer. La proposta americana più recente includeva una tregua di 60 giorni, un parziale ritiro militare israeliano e un incremento degli aiuti, in cambio del rilascio di 10 ostaggi vivi e 18 cadaveri. La risposta di Hamas, tuttavia, conterrebbe richieste che secondo Israele renderebbero difficile la ripresa dei combattimenti qualora i negoziati per una tregua permanente non giungessero a termine entro il periodo stabilito.

Nel contesto attuale, crescono anche le voci interne al governo israeliano che esprimono preoccupazione per le ripercussioni diplomatiche della guerra prolungata e per la distruzione massiccia in corso a Gaza.

Un bilancio provvisorio del dossier ostaggi

Dallo scoppio della guerra, Israele ha ottenuto la liberazione di 105 civili durante una tregua di una settimana a novembre 2023, e in precedenza quattro ostaggi erano stati liberati nelle prime settimane del conflitto. In cambio, circa 2.000 detenuti palestinesi, tra cui prigionieri per motivi di sicurezza, sono stati rilasciati.

Otto ostaggi sono stati salvati vivi attraverso operazioni militari, mentre 46 corpi sono stati recuperati, inclusi tre ostaggi uccisi per errore da soldati israeliani nel tentativo di fuga. Restano ancora detenuti anche i resti di due soldati caduti nel 2014, tra cui Hadar Goldin, la cui salma è considerata ufficialmente tra i 53 ostaggi attualmente trattenuti a Gaza.