“Capitan Ella”, la prima donna musulmana portavoce in arabo dell’IDF

Israele

di Nina Prenda
Il colonnello Ella Waweya, conosciuta nel mondo arabo con il suo nome online “Capitan Ella”, dovrebbe sostituire il portavoce arabo dell’IDF Avihai Adraee, che lascia l’esercito israeliano dopo 20 anni di servizio. Con tutte le probabilità, sarà la prima donna araba musulmana a ricoprire questo ruolo.

Ella è cresciuta a Qalansawe e all’età di circa 24 anni ha deciso di arruolarsi nell’IDF. Un gesto che, nella società araba israeliana, resta raro e spesso controverso. Ella ha servito come nuovo funzionario dei media nella sezione delle comunicazioni arabe dell’unità del portavoce dell’IDF. Nel 2018 ha ricevuto un premio di eccellenza dall’allora capo del Comando Centrale, Aharon Haliva. Nel 2021 è stata promossa maggiore: la prima donna musulmana araba a raggiungere quel grado. 

Ha dichiarato a diversi media israeliani che “L’arena dei media è un campo di battaglia. Questa è una guerra che non è meno difficile di quella che avviene in altri luoghi”. “Quando guardiamo oggi al massacro del 7 ottobre, quando Hamas ha invaso Israele, loro sono entrati con le telecamere con l’obiettivo di cambiare le coscienze e costruire un cerchio di odio. Noi alla fine abbiamo mostrato la nostra verità. Abbiamo esposto ciò che l’altra parte sta facendo e abbiamo presentato la nostra verità con coraggio. Questo è molto importante”.

Ella ha descritto le diverse piattaforme mediatiche dove lavora: “Su TikTok c’è l’arena a cui mi rivolgo per parlare alla Giudea e Samaria e a Gaza, su Instagram è mista – anche all’Occidente, a Israele e alla società araba in generale, compresi i libanesi. Il pubblico di destinazione è il pubblico arabo in Medio Oriente”. Il suo volto è già familiare a chi segue i canali dell’IDF in lingua araba: video didattici, spiegazioni sugli eventi di guerra, aggiornamenti ufficiali. Il tutto svolto in uniforme, davanti alla bandiera d’Israele, con fierezza.

Nonostante la sua posizione non sia stata esente da critiche, soprattutto nel mondo arabo, Ella a chi commenta il suo operato con disprezzo risponde con calma: «Io sono dove voglio essere. Nessuno mi ha costretta». «Sono musulmana, sono araba, sono israeliana — e non devo scegliere tra queste identità». Capitan Ella è divisa tra chi la considera un esempio di integrazione e chi la accusa di aver “tradito” le proprie radici, tra chi la ritiene un esempio di cambiamento lento ma reale e chi nient’altro che una straordinaria eccezione.