Il concerto del Conservatorio per il giorno della memoria 2021

Milano celebra il Giorno della Memoria sulle note di Ennio Morricone

Eventi

di Ilaria Myr
Come da tradizione, questo 27 gennaio si è tenuto il concerto curato dal Conservatorio in collaborazione con l’Associazione figli della Shoah per il Giorno della memoria e, come raccontato da Mosaico, quest’anno l’evento, in versione digitale, era dedicato alle musiche composte da Ennio Morricone per quattro film sulla Shoah e la memoria.

Ad aprire la serata, trasmessa in diretta dalle 21.30 sui canali social del Conservatorio e dell’Associazione figli della Shoah, il direttore del conservatorio Cristina Crosini, che ha portato i saluti del presidente del Conservatorio Raffaello Vignali. “Dal 2003 il conservatorio organizza concerti, testimonianze, eventi, pièce teatrali sia con gli studenti la mattina che per il nostro pubblico la sera, in collaborazione con l’associazione figli della shoah – ha dichiarato -. Al Conservatorio la memoria passa attraverso la musica. Nella nostra biblioteca abbiamo uno spazio europeo con un centro studi che vuole conservare e riscoprire la musica perseguitata”.

Attilio Fontana: “Memoria e cultura, antidoti contro il Male”

È stato poi trasmesso il saluto del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. “La giornata della memoria è un appuntamento decisivo per tutti noi per le nostre coscienze: l’olocausto è una ferita indelebile nella storia dell’umanità che in quel momento perdeva l’essenza stessa del suo esistere. Purtroppo da quel 27 gennaio 1945 chi credeva che quella violenza e quella brutalità non sarebbero più comparse è rimasto deluso. Tanti, troppi sono gli episodi di discriminazione, segregazione, uccisioni di massa che hanno accompagnato gli anni del dopoguerra in Europa e altrove. Ancora oggi il mondo piange le vittime di una violenza cieca e ignorante. La memoria e la cultura sono preziosi antidoti contro il male e ingredienti indispensabili per formare uomini e donne capaci di verità onestà. La speranza di un domani migliore risiede nei nostri giovani a cui dobbiamo trasmettere la conoscenza del passato e la responsabilità del presente. Note per la shoah con musiche di Ennio Morricone è una bellissima iniziativa dell’associazione Figli della Shoah e del Conservatorio di Milano per ricordare in musica il sacrificio del popolo ebraico. Che la memoria vivida nei nostri cuori possa continuare a guidarci”.

Il sindaco Sala: “Milano proteggerà la sua comunità ebraica da ogni forma di antisemitismo”

“Il 27 gennaio è una giornata speciale per chi ha caro il destino dell’uomo: si ricorda l’evento più doloroso della storia, la Shoah  – ha esordito il sindaco di Milano Giuseppe Sala nel suo saluto -. Il responsabile di questo crimine indicibile il nazismo è stato sconfitto ma il male che incarnava costando la vita a milioni d’innocenti non è stato pienamente debellato. L’odio che nega l’umanità a un’altra etnia che era alla base delle ideologie nazi-fasciste è un veleno ancora diffuso nella società. Dobbiamo eliminarlo al fine di proteggere la democrazia, la libertà, e la giustizia, dobbiamo fare memoria per difendere questi valori, turbando l’indifferenza e suscitando sdegno nelle coscienze. Milano è infinitamente grata all’Associazione Figli della Shoah e alla Fondazione Memoriale della Shoah per la loro opera di memoria, aiuto essenziale contro l’intolleranza, il razzismo e i rigurgiti fascisti. La memoria della Shoah deve scuotere la nostra coscienza affinché il passato più ripugnante trasmetta una lezione per il futuro: un arricchimento che abbiamo avuto grazie a Nedo Fiano, questa sera si svolge la prima giornata della memoria senza di lui. A questo amato cittadino va il commosso ricordo di Milano. Le testimonianze di Nedo, di Liliana Segre, di Goti Bauer e dei sopravvissuti della shoah  hanno rotto il muro dell’indifferenza che dobbiamo abbattere per spegnere l’intolleranza. Milano non volterà più le spalle davanti all’odio e proteggerà la sua comunità ebraica da ogni forma di antisemitismo.

Rav Alfonso Arbib: “Ieri come oggi la persecuzione antiebraica è considerata ‘normale’”

Molto toccante e incisivo l’intervento del Rabbino Capo di Milano Rav Alfonso Arbib, che ha parlato soprattutto del presente e di quanto l’antisemitismo sia oggi tollerato. “Oggi commemoriamo la giornata della memoria, la liberazione da Auschwitz, in cui ricordiamo un evento allucinante, il tentativo di sterminio del popolo ebraico che ha portato all’uccisione di 6 milioni di persone e a sofferenze indicibili. Sicuramente di questi sono responsabili i nazisti. Però non ci sono solo loro. C’è stata una lunga serie di complicità che ha permesso il realizzarsi della shoah. Intere popolazioni che hanno aiutato i nazisti. E c’è stata anche una diffusa indifferenza di cui parla spesso Liliana Segre”.

Ma c’è stato anche un altro elemento, sottolinea Rav Arbib: il tentativo di nascondere, operato non solo dai nazisti. A tal proposito ha ricordato la storia dell’ufficiale polacco Jan Karski, che ebbe la possibilità straordinaria di entrare sia al ghetto di Varsavia che nel campo di Belzec, e riferì tutto questo al mondo, anche al presidente americano Roosevelt, senza essere mai ascoltato. Le notizie sulla shoah in realtà c’erano ma non venivano diffuse, venivano in buona parte nascoste. Perché?

“Le radici di tutto questo siano in una lunga storia, quella dell’antisemitismo e dell’antigiudaismo, che ha fatto in modo che la persecuzione antiebraica fosse considerata accettabile, quasi normale –  continua Rav Arbib -. È la lunga storia dei pregiudizi antiebraici, delle teorie del complotto ebraico  per conquista il mondo degli ebrei. Credo che se non si fanno i conti con questa lunga storia, noi rischiamo di non capire la Shoah ma soprattutto di non capire il risorgere dell’antisemitismo del razzismo e dei pregiudizi. Viviamo in un’epoca in tutto questo sta rinascendo, siamo sommersi dai pregiudizi, soprattutto sul web è sommerso, ci sono ideologie politiche che portano avanti questi pregiudizi e ci sono nazioni intere che fanno dell’antiebraismo una bandiera”.
Il riferimento è a un paese importante come l’Iran, nella cui capitale, Teheran, esiste un orologio che segna i giorni che mancano secondo una profezia dell’ayatollah Khomeini alla distruzione di Israele. “Questo significherebbe la distruzione di milioni di ebrei – precisa il Rav -: eppure tutto questo non suscita sufficiente scandalo, non indigna sufficientemente, non ci sono manifestazioni per chiedere che l’orologio sia cancellato dalla faccia della terra. Questo è il problema: l’indifferenza verso l’antisemitismo, la considerazione dell’antisemitismo come qualcosa di normale con sui si può convivere. Quando diciamo ‘mai più’ dobbiamo dire mai più alla convivenza con l’antisemitismo e con il pregiudizio antiebraico. Questo è il modo giusto per commemorare la Shoah e per avere uno sguardo verso il passato per vivere al presente e a programmare un futuro migliore”.

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