Un Talmud con le note a piè di pagina

di Roberto Zadik

Il cinema israeliano è sempre in prima fila e quest’anno, a dimostrarlo,in concorso a Cannes c’è “Footnotes” (Hearat Shulayim, nell’originale ebraico) diretto da Joseph Cedar. Regista di grande pregio, premiato per il suo “Beaufort” nel 2007 al prestigioso Festival di Berlino, Cedar è newyorkese di nascita ma emigrato a sei anni in Israele. E’ un autore solido e pronto a sorprendere il  pubblico, come fa con questo suo nuovo film.

La trama della pellicola realizzata dal cineasta e sceneggiatore 43enne, è a tinte forti e ha per oggetto il  confronto-scontro generazionale all’interno della famiglia Shkolnik, fra padre e figlio, entrambi studiosi di Talmud. La materia è la stessa ma i due protagonisti, papà Eliezer, interpretato da Shlomo Bara Aba, e suo figlio Uriel, nei suoi panni l’attore Lior Ashkenazi ebreo laico che ha avuto bisogno di otto mesi per entrare nella parte, facendosi crescere una lunga barba,  sono caratterialmente opposti. L’anziano genitore, infatti, è rigorosissimo e schivo e nel suo perfezionismo analizza i testi con assoluta precisione mentre il figlio è un professore universitario mondano e narcisista che insegna la stessa disciplina ma in maniera approssimativa. Questo causa litigi e conflitti d’opinione fra i due e a complicare il tutto a un certo punto ci sarà anche l’Israel Prize un premio che entrambi si contenderanno fino al finale, a sorpresa. Cineasta scomodo e anticonvenzionale, Cedar è al suo terzo film e in Israele ha già fatto discutere parecchio per le tematiche dei suoi film che affrontano argomenti difficili come la guerra del Libano, in Beaufort o i conflitti famigliari in questa nuova creazione. Ma cosa ha ispirato questo film?  Stando al suo autore, Cedar, è rimasto affascinato dalla realtà universitaria del piccolo dipartimento di Talmud della Hebrew University di Gerusalemme e dalle accese discussioni al suo interno, dai suoi docenti. Per questo ha deciso di riprodurre questa atmosfera nella pellicola che si collega al suo passato di studente presso la Yeshiva High School ricevendo un’educazione ultra ortodossa per poi arruolarsi come paracadutista nell’esercito laureandosi anni dopo in Filosofia. Personaggio assai critico verso la società ha recentemente dichiarato  di amare entrambi i protagonisti del suo nuovo film il cui titolo tradotto in italiano significa “a fondo pagina” alludendo a quelle note utilizzate spesso e volentieri nei testi per spiegarne il contenuto, sottolineando l’importanza della parola nella tradizione ebraica e nei rapporti interpersonali.