di Nathan Greppi
Dopo il 7 ottobre, molti osservatori hanno evidenziato come Israele abbia prevalso sul fronte militare, ma abbia perso sul fronte mediatico. Per questo, il governo israeliano ha recentemente deciso di istituire un nuovo consiglio direttivo per la diplomazia pubblica, per implementare le attività diplomatiche e di pubbliche relazioni.
Giovedì 25 dicembre, il Ministero degli Esteri israeliano ha annunciato la nomina a capo del nuovo direttivo del diplomatico Naor Gilon, che è stato Ambasciatore d’Israele in Italia dal 2012 al 2016.
Chi è Gilon
Oltre ad aver rappresentato lo Stato Ebraico a Roma, Gilon è stato ambasciatore anche in India e nei Paesi Bassi, oltre ad aver svolto incarichi diplomatici anche a Washington. Come riporta Ynetnews, è considerato uno dei diplomatici israeliani con maggiore esperienza e competenza, specialmente per quanto riguarda l’Europa e gli Stati Uniti. E infatti, queste sono le due aree ritenute maggiormente critiche per la tenuta delle relazioni internazionali d’Israele.
Il Ministro degli Esteri, Gideon Sa’ar, ha stanziato per il nuovo organo oltre due miliardi di shekel (circa 530 milioni di euro), al fine di elaborare delle soluzioni per far uscire Israele dalla crisi diplomatica in cui il paese è andato incontro negli ultimi due anni.
Il nuovo progetto
Il Ministero degli Esteri israeliano ha dichiarato in un comunicato che il nuovo capo del direttivo supervisionerà la creazione e l’integrazione di metodi avanzati per contrastare la guerra psicologica condotta dai nemici d’Israele in tutto il mondo. A tal fine, verranno coinvolti esperti in settori quali i media digitali, le nuove tecnologie, le comunicazioni, la creazione di contenuti, il marketing e la pubblicità.
“La battaglia per la percezione pubblica è una grossa sfida nazionale”, ha dichiarato Sa’ar dopo l’approvazione della sua proposta di istituire il direttivo della diplomazia pubblica. “I nostri nemici investono enormi somme di denaro contro di noi. Israele ha operato con mezzi molto modesti e ora deve sia aumentare le risorse sia adottare metodi nuovi e aggiornati”.
Ha anche aggiunto: “Investire nella guerra psicologica è come investire in aerei, bombe e intercettori. È il fondamento della nostra sicurezza nazionale. Le decisioni dei leader mondiali riguardo a Israele sono direttamente influenzate dall’opinione pubblica dei loro Paesi. Pertanto, oltre al fronte diplomatico, amplieremo significativamente l’attività di diplomazia pubblica”.



