Il sistema di difesa israeliano Arrow 3 (foto di Startmag)

Israele e l’ipocrisia dell’embargo: Abravanel smonta la retorica europea 

Opinioni
di Anna Balestrieri
L’imprenditore sul Corriere della Sera osserva che l’Europa parla di morale e pace, ma ignora la realtà strategica, comprando tecnologie israeliane per difendersi dai missili mentre critica Israele per le armi che produce. Secondo lui, la narrativa sull’embargo diventa uno strumento di propaganda, utile al terrorismo islamico in Europa più che ai palestinesi.

In un articolo di opinione sul Corriere della Sera del 20 dicembre 2025, l’imprenditore Roger Abravanel denuncia l’ipocrisia dell’embargo europeo sulle armi a Israele.

La retorica domina nelle piazze, la sicurezza segue altre logiche. Abravanel sottolinea come, mentre alcune manifestazioni pro-palestinesi invocano l’embargo sulle vendite di armi a Israele, la Germania abbia appena firmato il più grande contratto militare della sua storia con Tel Aviv, acquistando il missile intercettore Arrow 3. L’autore evidenzia la contraddizione tra la percezione morale in Europa e la realtà strategica dei rapporti militari.

Arrow 3 e la difesa multilivello

Arrow 3, spiega Abravanel, è la concretizzazione di un concetto che sembrava fantascientifico: “colpire un proiettile con un proiettile”. Sviluppata dagli anni Novanta in risposta agli attacchi Scud di Saddam Hussein e alla minaccia nucleare iraniana, la tecnologia è parte di un sistema multilivello comprendente anche David’s Sling e Iron Dome. L’obiettivo è chiaro: ridurre a zero la probabilità che un missile nucleare colpisca Israele, con tassi di intercettazione vicini al 90%.

Abravanel sottolinea come Arrow 3 sia considerata un’eccellenza mondiale, con collaborazioni strategiche anche con gli Stati Uniti.

L’embargo e la narrativa europea

Roger Abravanel
Roger Abravanel

Secondo Abravanel, la narrativa europea sull’embargo è stata amplificata dai social media: tra febbraio 2024 e gennaio 2025 sono stati pubblicati 679.584 messaggi antisionisti e antisemiti su X, con 193 milioni di visualizzazioni, molti provenienti da reti bot in Iran, Malesia e Pakistan.

L’autore definisce questa narrativa “sbagliata e di parte”, evidenziando come termini come “genocidio” e “apartheid” siano diffusi, mentre i dati demografici mostrano una realtà diversa: Israele ospita circa 2 milioni di cittadini arabi rappresentati in Parlamento, con alti livelli di istruzione e parità di genere, e la popolazione palestinese complessiva supera i 7 milioni tra Israele, Cisgiordania e Gaza.

Contesto storico e realtà strategica

Abravanel ricorda che nel 1948, durante la guerra arabo-israeliana, c’erano circa 700.000 arabi nel mandato britannico di Palestina, mentre nello stesso periodo un milione di ebrei furono espulsi dai Paesi arabi. Anche il caso dei cristiani in Libano dimostra dinamiche simili: la popolazione cristiana, oltre la metà negli anni ’60, oggi è ridotta a un terzo, con una diaspora di oltre 10 milioni di persone.

Secondo Abravanel, la narrativa dell’“apartheid” ignora il fatto che Israele garantisce diritti civili e politici agli arabi israeliani, mentre la maggioranza dei Paesi arabi non ha mai accettato lo Stato di Israele, anche dopo la proposta ONU dei due stati.

Abravanel osserva che l’Europa parla di morale e pace, ma ignora la realtà strategica, comprando tecnologie israeliane per difendersi dai missili mentre critica Israele per le armi che produce. Secondo lui, la narrativa sull’embargo diventa uno strumento di propaganda, utile al terrorismo islamico in Europa più che ai palestinesi.

“L’Europa parla di embargo mentre compra Arrow 3. Parla di pace mentre ignora la realtà strategica.” Con questa frase Abravanel invita a distinguere tra retorica e dati concreti, sottolineando che la sicurezza non può dipendere da illusioni politiche.