Lo schermo a Times Square con l'immagine dell'ultimo ostaggio a a Gaza, Ran Gvili

Times Square: due schermi chiedono il rilascio di Ran Gvili, l’ultimo ostaggio israeliano ancora a Gaza

Mondo

di Pietro Baragiola
La nuova campagna, promossa dal Consolato israeliano a New York e dal Ministro degli Esteri Gideon Sa’ar, è stata lanciata due mesi dopo il rimpatrio degli ultimi 20 ostaggi sopravvissuti, Dei 250 israeliani portati a Gaza il 7 ottobre solo Gvili, catturato mentre difendeva il kibbutz Alumim, rimane ancora nelle mani dei terroristi.

Questa settimana due dei giganteschi schermi di Times Square a New York sono stati utilizzati per mostrare il volto dell’ostaggio israeliano Ran Gvili, il cui corpo senza vita è ancora trattenuto a Gaza. A fianco alla foto del 24enne, i manifesti digitali mostrano il seguente messaggio: “Hamas deve rilasciarlo subito. L’ultimo ostaggio israeliano a Gaza”.

Dei 250 israeliani portati a Gaza durante l’attacco del 7 ottobre, infatti, solo Gvili, catturato mentre difendeva il kibbutz Alumim, rimane ancora nelle mani dei terroristi.

La nuova campagna, promossa dal Consolato israeliano a New York e dal Ministro degli Esteri Gideon Sa’ar, è stata lanciata due mesi dopo il rimpatrio degli ultimi 20 ostaggi sopravvissuti, liberati grazie all’accordo di cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti. Parallelamente, anche i resti degli ostaggi uccisi sono stati recuperati nel giro di diverse settimane ed oggi è solo il corpo di Gvili a mancare all’appello.

Le campagne di liberazione

Quella del Consolato non è la prima iniziativa indetta a Times Square per richiedere il rilascio degli ostaggi israeliani. Solamente il mese scorso, infatti, l’American Jewish Committee ha lanciato una campagna con le foto degli ostaggi ancora trattenuti a Gaza.

La madre di Ran Gvili, Talik Gvili, con un’immagine del figlio

 

Tra le numerose immagini compare anche quella della madre di Ran, Talik Gvili, che tiene un cartello con la scritta “una famiglia incompleta”. “A distanza di oltre due anni Hamas tiene Ran ancora in ostaggio. Riportatelo a casa” ha spiegato Talik in un’intervista rilasciata al sito Reuters affermando che il Paese non può considerare conclusa la vicenda finché suo figlio non sarà riportato in Israele.

Il ritorno di Gvili rappresenta inoltre un passaggio necessario per l’avvio della seconda fase del piano di cessate il fuoco proposto dal Presidente Donald Trump nell’autunno 2025. La prima fase richiedeva la liberazione degli ostaggi sopravvissuti mentre la seconda prevede un accordo più ampio sulla questione di Gaza.

La seconda parte del piano Trump

Nelle ultime settimane Trump ha dichiarato che la seconda fase è “imminente”, un’affermazione sostenuta dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, aggiungendo che il valico di Rafah con l’Egitto verrà riaperto a breve per consentire ai palestinesi di lasciare Gaza.

La fase successiva del progetto prevede anche l’istituzione di un “Consiglio di pace”, guidato da Trump e incaricato di prendere decisioni sul futuro della Striscia, oltre che l’assegnazione di un ruolo all’Autorità Palestinese, elemento criticato in più occasioni da esponenti del governo israeliano.

Perché si arrivi a questi risultati bisogna prima raggiungere la conclusione formale della prima fase del cessate il fuoco, elemento che può essere garantito solo una volta che Hamas deciderà di rivelare il luogo in cui si trovano i resti di Gvili.

“Non dimenticheremo Ran Gvili” ha dichiarato Ofir Akunis, console generale israeliano a New York, commentando le immagini proiettate sui due schermi di Times Square. “Per Israele è necessario che Hamas completi integralmente la Fase A prima dell’avvio della Fase B del piano Trump”.