di Nathan Greppi
Sono stati installati circa una dozzina di pannelli informativi, che riportavano immagini e testimonianze testuali di chi quel giorno è stato vittima o testimone di violenze sessuali, usate in maniera sistematica come arma di guerra. Le prove raccolte (video diffusi dai terroristi, testimonianze oculari, dati forensi e confessioni) raccontano aggressioni brutali, stupri di massa e umiliazioni.
Una delle maggiori atrocità commesse dai terroristi di Hamas il 7 ottobre 2023, e che buona parte dell’opinione pubblica mondiale ha dimenticato o addirittura cercato di negare, riguarda le violenze sessuali che sono state commesse nei confronti delle donne israeliane.
Per dare nuovamente voce a coloro alle quali è stata spezzata, l’UGEI (Unione Giovani Ebrei d’Italia) ha allestito domenica 23 novembre una mostra temporanea all’aperto a Milano, in Piazza San Carlo, dal titolo Le voci silenziate – La violenza contro le donne israeliane il 7 ottobre.
Sono stati installati circa una dozzina di pannelli informativi, che riportavano immagini e testimonianze testuali di chi quel giorno è stato vittima o testimone di violenze sessuali, usate in maniera sistematica come arma di guerra. Le prove raccolte (video diffusi dai terroristi, testimonianze oculari, dati forensi e confessioni) raccontano aggressioni brutali, stupri di massa e umiliazioni inflitte con il preciso obiettivo di colpire l’identità nazionale israeliana e infliggere agli israeliani una ferita collettiva.
Oltre alle installazioni con testi e foto, che i passanti potevano di volta in volta fermarsi a guardare, al centro della mostra è stata posta una scatola con delle mutande coperte di vernice rosso sangue, a rimarcare ulteriormente la brutalità di ciò che hanno subito le donne violate il 7 ottobre.
“I crimini commessi il 7 ottobre contro donne e ragazze israeliane non sono stati atti casuali, ma perpetrati secondo un chiaro ordine”, dichiara a Mosaico il consigliere UGEI Anna Tognotti. “Stupri fino alla morte, violenze usate per torturare e uccidere, corpi trasformati in strumenti e trofei di guerra. Di fronte a prove innegabili, il silenzio delle Nazioni Unite, e in particolare di UN Women, è grave e dannoso, poiché mina la credibilità delle istituzioni e apre la strada a future violazioni”.
La Tognotti conclude: “Questo è il motivo della mostra temporanea con le testimonianze delle donne israeliane: sensibilizzare i passanti e tenere alta l’attenzione su questa tragica pagina di storia”.









