di Walker Meghnagi, Presidente CEM
Cari Amici, Care Amiche,
nei giorni scorsi il quotidiano La Repubblica ha pubblicato un articolo dedicato alle imminenti elezioni comunitarie per il rinnovo del nuovo Consiglio, contenente anche un’intervista all’attuale Consigliere al Bilancio e candidato Presidente della lista “Atid”, Maxi Tedeschi.
Innanzitutto desidero esprimere, con il dovuto rispetto, una doverosa osservazione: il titolo scelto dalla giornalista – “Comunità ebraica al voto, per trovare il successore di Meghnagi dopo gli scontri con Anpi e Comune” – risulta lacunoso e fuorviante. Poche righe dopo, infatti, si legge che “La Comunità ebraica di Milano va alle urne per rinnovare il proprio vertice” e che “Walker Meghnagi, presidente in carica, in teoria potrebbe essere ancora rieletto Presidente”. È evidente come il titolo e contenuto non coincidano, generando confusione tra i lettori e offrendo un’immagine contraddittoria della mia figura come candidato Presidente alle prossime elezioni. Inoltre, e ben più grave, non rende giustizia al lavoro svolto in questi quattro anni da Consiglio e Giunta.
A questo proposito vorrei ricordare che il Consiglio della Comunità Ebraica di Milano, il cui mandato è in scadenza, ha completato integralmente la sua durata quadriennale. Non accadeva dal 2010. Si tratta di un risultato eccezionale, frutto dell’impegno congiunto di entrambe le liste, e del senso di responsabilità istituzionale che tutti i consiglieri hanno dimostrato nei confronti dei propri elettori e dell’intera Comunità. È la prova che quando prevalgono il rispetto reciproco e la volontà di costruire, anche la stabilità diventa possibile e con essa il “poter fare”. Tutto questo non è solamente un grande risultato conseguito dal Consiglio, ma, e forse soprattutto, aiuta la Comunità a rafforzare la fiducia nelle proprie istituzioni e a guardare al futuro con maggiore sicurezza e speranza.
In fondo, tutto questo si riassume nel significato più profondo della parola “Comunità”, che è praticamente identico a quello di “Kehilà”. Il termine communitas significa “insieme, con, in comune, dono, compito, obbligo, servizio”: significa quindi condividere obblighi e doni, “mettere in comune” ciò che ci lega, ciò che ci impegna e ciò che ci unisce. La communitas è partecipazione, responsabilità, reciprocità. Ed è proprio questo spirito che ha guidato il nostro lavoro congiunto negli ultimi quattro anni.
Sono stati anni intensi, ricchi di iniziative in diversi ambiti che ci hanno permesso di realizzare diversi obiettivi strategici: il rafforzamento della sicurezza, il rilancio dei servizi sociali e assistenziali, il sostegno e al continuo miglioramento delle nostre strutture educative, la promozione della cultura ebraica e l’ottenimento dei fondi del Ministero dei Beni Culturali, che consentiranno a Milano di avere un Museo Ebraico di rilievo europeo, solo per citarne alcuni.
A queste attività si è affiancato un impegno costante sul fronte della vita comunitaria e del rapporto con il mondo esterno, reso ancor più necessario dagli eventi tragici del 7 ottobre. Abbiamo organizzato numerosi incontri e iniziative pubbliche, che hanno visto una partecipazione straordinaria di pubblico oltre alla presenza di rappresentanti delle istituzioni politiche, religiose e civili. Accanto a questi momenti di condivisione, abbiamo ospitato testimoni provenienti da Israele, offrendo loro un luogo in cui raccontare le proprie esperienze e permettendo alla nostra Comunità di esprimere sostegno, vicinanza e affetto.
Un altro risultato significativo è stato il rapporto, costante e proficuo, costruito con direttori, giornalisti e figure di spicco di numerose testate e programmi televisivi. Molti di loro, soprattutto dopo il 7 ottobre, hanno mostrato grande sensibilità e attenzione verso la situazione in Israele e verso la realtà della nostra Comunità, contribuendo a far emergere una narrazione più equilibrata e a dar voce alle nostre preoccupazioni. Queste relazioni, sviluppate con pazienza e serietà nel corso del mandato, rappresentano oggi un patrimonio prezioso per tutta la Comunità.
Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione costante tra le due liste, che hanno saputo convergere su obiettivi comuni, mettendo da parte personalismi e valorizzando le competenze di ciascuno. Un lavoro di squadra che merita riconoscimento e che lascia in eredità una struttura più solida e consapevole.
Il nostro Consiglio, e io nel mio ruolo istituzionale di Presidente della Comunità, abbiamo sempre cercato e mantenuto un dialogo costante e costruttivo con le istituzioni politiche – Governo, Regione e Comune -, accademiche, scolastiche e associative. Nonostante dal 7 ottobre in poi il clima attorno a noi sia profondamente cambiato, la nostra volontà di confronto si è spesso scontrata con muri di diffidenza, talvolta anche di aperta ostilità. Rimane comunque fondamentale continuare a portare avanti un dialogo costruttivo e individuare punti d’incontro che ci aiutino a superare le difficoltà materializzatesi dopo il 7/10 indipendentemente dai nostri rispettivi orientamenti politici e da quelli delle controparti istituzionali.
Di fronte a tutto questo, credo fermamente che la nostra Comunità debba avere lungimiranza e una visione strategica unitaria di lunga prospettiva. Il mondo sta cambiando a una velocità impensabile fino a pochissimo tempo fa e, purtroppo, non sembrerebbe per il meglio. Non possiamo permetterci di restare prigionieri degli umori o delle contrapposizioni del momento. Fa parte del nostro DNA discutere, anche con passione, però tutto questo deve essere conciliato da una volontà che ci porti verso soluzioni condivise piuttosto che estenuarci in sterili diatribe che solo rinforzano chi ci odia.
Unità non significa uniformità: è compromesso costruttivo, la vera essenza della responsabilità comunitaria. Oggi più che mai dobbiamo restare uniti di fronte alle sfide che riguardano la nostra Milano, il nostro Paese e il mondo. Confronti e divergenze, pur necessarie e fisiologiche, vanno affrontate e risolte all’interno del Consiglio.
La Storia ebraica ci insegna che proprio nei tempi difficili sappiamo unirci, reagire e difendere insieme i nostri valori e la nostra identità. Questo ci ha permesso di resistere, di rinascere, di trasformare le difficoltà in opportunità di crescita. Anche oggi, è da lì che dobbiamo ripartire.
Con gratitudine verso chi ha lavorato, collaborato e creduto nel bene comune, e con la certezza che il futuro della nostra Comunità dipenderà, come sempre, dalla nostra capacità di restare uniti.
Walker Meghnagi
Presidente della Comunità Ebraica di Milano



