di Ester Moscati
Quelle parole che non avrei mai voluto sentire: “Matilde non c’è più”. Se n’è andata oggi, 9 novembre, dopo una lunga malattia che aveva affrontato con grande coraggio. In tanti in queste ore le stanno rivolgendo un pensiero pieno di amore e gratitudine, perché chiunque abbia incrociato il cammino della propria vita con quello di Matilde ha apprezzato la sua gentilezza, la sua curiosità affettuosa, la sua costante voglia di sapere tutto, ricostruire legami, tendere fili, trame e orditi di relazioni e connessioni.
E di persone ne conosceva veramente tante, grazie al suo impegno di tutta la vita nella comunità ebraica, dai tempi del Club 45, o come Volontaria alla Fondazione CDEC, o al Nuovo Convegno, o al Bollettino della Comunità dove l’ho conosciuta oltre 30 anni fa. Sempre misurata, affettuosa, accogliente direi per la sua capacità di esserci sempre, di ascoltare, di essere vicina, ma vicina davvero.
A Sergio, Susanna, Emanuele, ai nipoti adorati, a tutta la famiglia e agli amici che sentiranno la sua mancanza come un vuoto incolmabile, le condoglianza della Comunità ebraica e del Bollettino in particolare.
Sia la sua memoria benedizione



