Il Consiglio comunale approva il gemellaggio con Gaza e considera la sospensione di quello con Tel Aviv nel caso di violazioni israeliane

Italia

di Davide Cucciati

La Milano di Beppe Sala guarda a Gaza. Ma solo “a tempo debito” e cioè quando sarà amministrata democraticamente. È questo l’orientamento uscito dall’ultima seduta del Consiglio comunale che ha approvato un ordine del giorno articolato in tre punti: un gemellaggio con Gaza (solo quando ci sarà un governo eletto regolarmente), un impegno concreto per portare acqua potabile nella Striscia e l’apertura alla possibilità di sospensione di un altro gemellaggio, quello con Tel Aviv, “nel caso di un significativo venir meno del rispetto degli impegni del piano di pace”, da parte di Israele. Di violazioni da parte palestinese neanche l’ombra di un accenno…

Una decisione che, inevitabilmente, ha aperto una frattura politica e simbolica.

I dettagli del voto

Al gemellaggio tra Milano e Gaza si è opposto il centrodestra oltre al consigliere Daniele Nahum del gruppo “Riformisti Lavoriamo per Milano con Sala”. Sul punto, proprio i Riformisti si sono divisi con Giulia Pastorella che ha votato a favore e Gianmaria Radice che si è astenuto. L’impegno di MM, società partecipata dal Comune di Milano, per portare acqua potabile a Gaza ha ricevuto un consenso più vasto ma non unanime; quanto, invece, alla possibilità di revoca del gemellaggio con Tel Aviv, al primo tentativo la votazione si era conclusa con un pareggio (18-18). Alla ripetizione, l’esito, secondo Milano Today, è stato favorevole per 20 voti a 18. Sull’ipotesi di rompere i rapporti con la città israeliana, si segnala l’astensione di Diana De Marchi, che non si è allineata al PD, nonché i prevedibili voti contrari dei consiglieri comunali di centrodestra ma anche quelli di Marzia Pontone, Paolo Antonio Petracca, Marco Mazzei (Beppe Sala Sindaco), Carmine Pacente (Gruppo Misto) nonché di Daniele Nahum, Gianmaria Radice e Giulia Pastorella (Riformisti).

Nahum: “Una pagina triste per Milano”

Proprio Daniele Nahum ha espresso un dissenso netto: “Sono intervenuto contro il gemellaggio tra Milano e Gaza City in quanto oggi a Gaza il riferimento politico è Hamas. Vorrei evitare l’imbarazzo al nostro Sindaco di dover telefonare a Khaled Meshal, leader di Hamas, per stipulare l’accordo.” Il consigliere comunale dei Riformisti ha altresì precisato la sua contrarietà al possibile disimpegno da Tel Aviv: “Voteremo contro l’ipotesi di interrompere il gemellaggio con Tel Aviv qualora Israele violasse la tregua.” Per questo, Nahum ha depositato un emendamento “per chiedere la sospensione della collaborazione con Gaza City qualora Hamas violasse la tregua”. Ma a lasciare più perplesso il consigliere è stato il metodo con cui si è svolto il voto: “Abbiamo votato due volte. La prima si è conclusa in pareggio. Alla seconda, alcuni consiglieri hanno cambiato idea. Così ha deciso il Consiglio Comunale. Una pagina triste per Milano.”

Truppo (FdI): “Silenzio sulle discriminazioni verso la Comunità ebraica”

Durissimo anche il giudizio di Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d’Italia, che abbiamo intervistato al termine della seduta: “Sono tre settimane consecutive che si discute in modo sconclusionato di Medio Oriente mentre il Consiglio Comunale non proferisce parola sulle discriminazioni contro la Comunità ebraica milanese. Nessun atto, nessuna dichiarazione. Il Consiglio Comunale avrebbe la competenza per esprimersi.”

Truppo ricorda che solo tre settimane fa si stava per votare la revoca del gemellaggio con Tel Aviv; però, il tentativo naufragò per mancanza del numero legale. Successivamente, la maggioranza confermò l’accordo. “Ora invece la stessa maggioranza apre alla possibilità di revocarlo. È il segno di una linea incoerente, frutto della debolezza del centrosinistra che si ricompatta così. Quando è stato votato il punto su Tel Aviv, la prima votazione era finita 18 pari. Poi è stata ripetuta e, in trenta secondi, due consiglieri hanno cambiato idea su un tema così importante. È una cosa gravissima.”

Infine, un giudizio severo sul tono generale del dibattito: “Il livello è basso. Non si è discusso di nulla che riguardasse realmente la città.”

De Corato: “È una vergogna”

Durissima anche la posizione dell’Onorevole Riccardo De Corato, esponente storico della destra milanese e deputato di Fratelli d’Italia: “È una roba ridicola. Gaza è la patria di Hamas. È una presa in giro quella che ha fatto oggi il Consiglio comunale. Una roba vergognosa, di cui ovviamente noi, che abitiamo a Milano, ci sentiremo in colpa. è evidente che si è fatto un gemellaggio con una città in mano a un gruppo terroristico che tormenta anche gli stessi palestinesi oltre ovviamente agli israeliani. È una vergogna.”

Mentre il Consiglio comunale discuteva per ore del conflitto mediorientale, nessuna parola è stata spesa, come hanno sottolineato Truppo e altri, sulle crescenti violenze e minacce subite dagli ebrei milanesi. Un silenzio che pesa, in una città che si è sempre considerata una sorta di avanguardia progressista nello scenario italiano. Il voto su Gaza rischia così di lasciare uno strascico profondo e di segnare un precedente nelle relazioni tra Milano e il mondo ebraico.