Eccidio di Babyn Yar, identificati i nomi di oltre 1000 vittime finora sconosciute

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Nella foto: 24 gennaio 1946 – Dina Mironovna Proničeva, sopravvissuta al massacro, testimone al processo di Kiev per crimini di guerra tenutosi contro i quindici responsabili della polizia tedesca durante l’occupazione (fonte Wikipedia)

di Michael Soncin
Dopo 84 anni, sono stati resi noti i nomi delle 1031 vittime del massacro nazista di Babyn Yar. Complessivamente, nel famigerato burrone della capitale ucraina, morirono oltre 100.000 persone, assassinate dei tedeschi, con la complicità dei collaboratori locali

 Tra il 29 e il 30 settembre del 1941 nei pressi di Kiev, in Ucraina, ha avuto luogo uno tra i più brutali eccidi della storia della Shoah. In appena un giorno e mezzo persero la vita 33.771 ebrei. Il terribile massacro è avvenuto nel fossato di Babyn Yar, situato nei pressi della città.

Già durante l’Ottantesimo anniversario, le domande in cerca di risposta erano parecchie. Migliaia dei nomi delle vittime non erano noti. Oggi, ottantaquattro anni dopo, sono stati finalmente resi noti i nomi di 1031 vittime. Ad annunciarlo, in una nota riporta dal Jerusalem Post è stato il Babyn Yar Holocaust Memorial Center, in occasione delle cerimonie, in onore delle vittime, che si sono tenute simultaneamente a Gerusalemme e in Ucraina.

Le vittime identificate di recente sono state aggiunte al database del Babyn Yar Holocaust Memorial Center (BYHMC), contenente 29.732 nomi. Un lavoro possibile grazie alle ricerche condotte negli ultimi tre anni, in collaborazione con l’International Holocaust Remembrance Alliance. Oltre ai nomi, l’archivio del BYHMC è stato arricchito di dettagli delle vittime, come l’età, gli indirizzi, i famigliari, le professioni e le circostanze del decesso.

In seguito all’invasione russa dal 2022, i ricercatori si sono affannati a digitalizzare i reperti della vita ebraica in Ucraina. Le forze russe hanno preso di mira i depositi degli archivi governativi e questo ha fatto sì che l’Ucraina offrisse un accesso senza precedenti agli archivi governativi. Questa opera magna ha permesso di reperire nuove informazioni sulla tragedia di Babyn Yar, conosciuta anche col nome di Babi Yar, dando accesso ai documenti ad un gruppo internazionale di ricercatori, che hanno ricostruito i frammenti, portando alla luce i nomi delle vittime.

“Ogni nome mostra la portata della tragedia e il suo impatto devastante sulle generazioni future: l’Olocausto e le guerre che ne seguirono”, ha dichiarato Anna Furman, CEO del Memorial Center.

Dietro ogni nome pronunciato vediamo poesie non scritte, musica non suonata, scoperte non fatte e bambini non nati. Ogni destino è importante e ha il potere di cambiare il mondo. Queste scoperte hanno un valore storico : restituiscono la memoria a coloro a cui è stata negata e ci ricordano che il male ha una fine.”

Burrone di Babij Jar nei pressi di Kiev (fonte foto: Wikipedia)

Il burrone di Babyn Yar è il più grande campo di sterminio della Seconda Guerra Mondiale, collocato al di fuori dei campi di concentramento nazisti. In quel periodo tra il 29 e 30 settembre del 1941 stava per iniziare Yom Kippur. Nell’arco di 36 ore, i nazisti, aiutati dagli agenti di polizia locali, ordinarono agli ebrei locali di marciare verso il burrone. Lì furono spogliati nudi, fucilati e sepolti. Si calcola che nei due anni seguenti all’incirca altre 70.000 vennero assassinate a Babyn Yar, facendo crescere il numero a oltre 100.000 vittime (ebrei, rom, nazionalisti ucraini e prigionieri di guerra sovietici). Un eccidio ad opera dei tedeschi e dei collaboratori locali.