di Pietro Baragiola
“È significativo che, per la prima volta in 87 anni, Superman sia interpretato da un attore ebreo” ha affermato l’autore e studioso americano Roy Schwartz. “Perché Superman, dopotutto, è un personaggio ebraico.”
Il 9 luglio è uscito nelle sale italiane Superman, l’ultimo adattamento cinematografico di James Gunn che aprirà le porte al nuovo DC Universe. Protagonista della pellicola è il 31enne David Corenswet che, oltre a raccogliere l’eredità di attori straordinari come George Reeves, Christopher Reeve, Dean Cain, Tom Welling, Brandon Routh, Henry Cavill e Tyler Hoechlin, ha segnato un traguardo molto importante nell’industria del cinema: è il primo attore ebreo ad interpretare il protettore di Metropolis.
La famiglia di Corenswet, infatti, ha profonde radici nella comunità ebraica di New Orleans da cui è molto apprezzata, come ha affermato la Jewish Telegraphic Agency dopo l’annuncio ufficiale del casting nel 2023. In quello stesso anno l’attore si è sposato con una cerimonia interreligiosa, officiata da un rabbino.
“È significativo che, per la prima volta in 87 anni, Superman sia interpretato da un attore ebreo” ha affermato l’autore e studioso americano Roy Schwartz. “Perché Superman, dopotutto, è un personaggio ebraico.”
Le origini ebraiche di Superman

Clark Kent/Superman ha fatto il suo debutto nel mondo dei fumetti nel 1938 dalla penna di due artisti ebrei di Cleveland: lo scrittore Jerome “Jerry” Siegel e il disegnatore Joe Shuster.
I loro genitori erano fuggiti dall’Europa per evitare le violenze antisemite e l’esperienza di outsider in America ha plasmato nella loro mente l’immagine di un eroe che anglicizza il proprio nome alieno (Kal-El in Clark Kent) e lotta per essere accettato nella sua patria adottiva.
“Per Siegel e Shuster Superman era il sogno di tutti gli immigrati con un mantello rosso” ha affermato la rivista Moment Magazine.
Nel libro Is Superman Circumcised? The Complete Jewish History of the World’s Greatest Hero, Roy Schwartz ha spiegato come la storia del personaggio sia molto simile a quella di Sansone, del Golem e persino di Mosè: mandato via dai genitori per sfuggire ad una morte certa, viene cresciuto da stranieri ma scopre di non essere uno di loro e di essere destinato a compiere grandi cose per il mondo. “Persino la sua mini-astronave richiama la piccola cesta che trasportò Mosè lungo il Nilo” ha affermato l’autore.
In diverse interviste Schwartz ha spiegato che anche il nome “El” è il termine ebraico per indicare Dio e che Clark Kent altro non è che “un alter ego basato sugli stereotipi ebraici dell’epoca”.
“Superman è un prodotto ebraici, ispirato al folklore ebraico, ed è una metafora dell’esperienza dei rifugiati in America. Nel corso degli anni, la sua mitologia è cresciuta e cambiata, incorporando molti parallelismi con Cristo, ma il suo DNA rimane ebraico” ha aggiunto Schwartz nella sua recente intervista al Jerusalem Post. “Il fatto che anche Corenswet lo sia è una sorta di ritorno a casa. Ma soprattutto, questo ragazzo è un attore molto bravo che irradia calore e, a detta di tutti, è un vero ‘Supermensch’.”
In un’intervista con Geek! Magazine, Corenswet ha raccontato di come ha avuto modo di incontrare i nipoti di Siegel e di visitare la casa dove l’autore ha scritto la prima storia di Superman. “È vecchia e piccola, i soffitti sono bassi ma emanava un calore speciale come il seminterrato del mio migliore amico” ha spiegato l’attore, onorato di aver vissuto questa esperienza appena prima delle riprese del film.
“Superman” di James Gunn e le sue controversie

Nonostante sia appena uscito nelle sale, il film è diventato già un caso mediatico dopo che James Gunn lo ha definito ‘la storia dell’America, con protagonista un immigrato proveniente da un altro mondo’.
Il nuovo reboot punta infatti sul tema dell’immigrazione, mostrando un Clark Kent più umano pronto a mettersi in gioco per farsi accettare dalla città di Metropolis e dal resto del pianeta.
“È un film che parla di come la gentilezza umana sia un valore fondamentale che abbiamo perso” ha spiegato il regista al Times.
Nonostante molti storici ed esperti di fumetti abbiano apprezzato questa versione del personaggio, diversi opinionisti non hanno esitato a lamentarsi del tema scelto da Gunn. Tra questi troviamo Kellyanne Conway di Fox News che ha commentato il film in maniera sprezzante, affermando che il pubblico ‘non va al cinema per ricevere lezioni’, e il co-conduttore Jesse Watters che ha scherzato sul fatto che il mantello dell’eroe ora recita “MS-13”, una frecciatina ai migranti latini.
James Gunn però non si è fatto abbattere dalle critiche e, durante l’anteprima della pellicola, ha affermato che ‘chiunque si senta infastidito dal messaggio del film è libero di offendersi, perché comunque la si veda la trama rimane ‘politica’ dato che affronta la moralità della sfera pubblica’.
Oltre a Corenswet il cast di Superman è ricco di celebrità note nell’entertainment business ebraico tra cui Skyler Gisondo, nel ruolo di Jimmy Olsen, e Rachel Brosnahan, interprete di Lois Lane e nota al grande pubblico grazie al ruolo della protagonista della serie The Marvelous Mrs. Maisel per la quale ha vinto un Emmy e due Golden Globe.
“In questo nuovo film Brosnahan e Corenswet mostrano una chimica impareggiabile, rendendo Superman di James Gunn un capolavoro divertente e ricco d’azione, che porta con sé una grande lezione di umanità per grandi e piccini” ha concluso The Hollywood Reporter nella sua recensione.
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