Australia: sospesi per due anni gli infermieri che avevano detto di voler uccidere i pazienti israeliani

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di Malka Lewtin
Per due anni non potranno esercitare la loro professione. È quanto è stato deciso per gli infermieri che avevano affermato di non voler curare i pazienti israeliani. Inoltre, dovranno comparire in tribunale il 29 luglio: uno di loro rischia fino a 22 anni di carcere.

In un video diventato virale sui social avevano detto di rifiutarsi di curare i pazienti israeliani e di minacciare di ucciderli. Ahmad Rashad Nadir e Sarah Abu Lebdeh, per via della loro gravissima condotta, sono stati allontanati dal Bankstown Hospital di Sydney. Lo riporta il sito Jewish News.

La sospensione, di due anni, vieta loro di lavorare o fornire qualsiasi tipo di servizio presso tutte le strutture del National Disability Insurance Scheme (NDIS). Questo divieto giunge quattro mesi dopo che i due dipendenti erano stati inizialmente sospesi dai lavori. Entrato in vigore a partire dal 9 maggio, il nuovo provvedimento è valido su tutto il territorio nazionale.

Durante una conversazione che è stata registrata, con l’utente di TikTok Max Veifer, avevano detto che avrebbero spedito gli israeliani “all’inferno”. Subito dopo la grave affermazione sono partite le indagini da parte della polizia, ed entrambi gli infermieri avrebbero risposto che le loro affermazioni non erano da prendere sul serio. L’avvocato sostiene che il video con Veifer “è stato girato senza il consenso e la conoscenza” del suo cliente.

Divieto di lasciare l’Australia

In seguito, la vicenda si è rilevata più grave di quanto sembrava: entrambi gli infermieri sono accusati di differenti reati. Abu Lebdeh se condannata rischia fino a 22 anni di carcere: l’infermiera è accusata di violenza contro un gruppo e per l’utilizzo di un mezzo di trasporto di servizio per minacciare, intimidire e molestare. Nadir è accusato anche lui per aver utilizzato un mezzo di trasporto di servizio a scopo di minacce ed è stato trovato in possesso di sostante stupefacenti illegali.  

Il giorno decisivo è fissato per il 29 luglio quando compariranno in tribunale. Attualmente sia Ahmad Rashad Nadir che Sarah Abu Lebdeh non hanno presentato dichiarazioni di colpevolezza e rimangono liberi su cauzione, ma non potranno né lasciare l’Australia né utilizzare i social media finché il caso è ancora aperto.

Un rapporto pubblicato alla fine del 2024 dall’Executive Council of Australian Jewry ha denunciato la presenza di oltre 2000 episodi a sfondo antisemita, dal 1° ottobre 2023 al 30 settembre 2024.

Foto in alto, da sinistra: Ahmad Rashad Nadir e Sarah Abu Lebdeh (Screenshot da Youtube – news.com.au – in accordo con la clausola di esonero di responsabilità relativa ai copyright).