di Nina Prenda
Gli attacchi hanno riguardato principalmente tentativi di phishing tramite WhatsApp, Telegram ed e-mail. Gli aggressori hanno creato storie di copertina su misura per ogni bersaglio, allineandosi con i loro campi professionali per apparire autentici ed evitare sospetti. Inviati anche falsi link di Google Meet per rubare le credenziali di accesso Google.