Una scena del film 'Un sacchetto di biglie'

Il 18 gennaio arriva nelle sale il film ‘Un sacchetto di biglie’ dal capolavoro di Joffo. Il 15 anteprima dei Figli della Shoah

Taccuino

di Roberto Zadik
Grandi emozioni e fazzoletti ben aperti, per il commovente film francese “Un sacchetto di biglie” che a un anno di distanza dalla sua uscita francese, arriva nelle nostre sale il prossimo 18 gennaio. 
Il film sarà proiettato in anteprima lunedì 15 gennaio al cinema Gloria di Milano durante una serata organizzata dall’Associazione Figli della Shoah su invito (per info: info@figlidellashoah.org).

La Francia, dilaniata dall’integralismo islamico e da episodi di odio antisemita, torna a riflettere sulla Shoah dopo piccole ma pregiate produzioni. In questo film diretto dal regista canadese Christian Duguay, brilla la stella della canzone francese Patrick Bruel, fra i protagonisti di questo lavoro che narra le traversie di due fratelli ebrei in fuga dai nazisti protagonisti dell’omonimo libro “Un sacchetto di biglie”, uscito nel 1973 e divenuto un best seller.

Romanzo autobiografico del bravo scrittore Joseph Joffo, la pellicola, come il libro, racconta la paura, l’angoscia ma anche il coraggio e l’astuzia sua e del fratello Maurice – interpretati da Dorian Le Clech e Batyste Fleurial – nello sfuggire alla ferocia delle SS, i continui nascondimenti e l’occultamento della propria identità ebraica che dovrà essere il loro più profondo e indicibile segreto, per poter riabbracciare i genitori. I due fratelli, in fuga dal tremendo gerarca Brunner e dalle sue truppe che volevano eliminare 30mila ebrei a Nizza, incontrano vari personaggi, come un malvagio libraio collaborazionista, sfidano ogni genere di avversità e combattono contro il terrore di essere catturati, l’antisemitismo e l’odio facendosi forza a vicenda e confidando nella “protezione” delle loro biglie che si portano sempre dietro. Bruel qui recita con intensità e credibilità la parte del loro padre Roman in attesa di rivedere i suoi amati figli mentre scappano da una parte all’altra, come le biglie che si divertono nei loro giochi infantili a lanciare tirandole fuori dal sacchetto.

Storia di famiglia, di infanzia e di affetto fraterno, tratta dalle memorie di Joffo, questa opera riflette sul “successo dei miracoli” come ha detto Bruel intervistato dal sito francese “Tele Loisir” assieme alla co-protagonista del film Elisa Zylberstein. Figlia di un padre ebreo polacco e di una madre cattolica,  ha rivelato che “come i ragazzi del film anche mio padre si nascondeva a Lione assieme a sua madre e a volte non sapevano dove andare. Non avevano il diritto di dire di essere ebrei.”Bruel invece ha dichiarato di essere “rimasto impressionato dal coraggio dei genitori dei ragazzi”. I coniugi Joffo, ha aggiunto, “hanno lasciato che i due figli scappassero soli sulle strade di una Francia insidiosa e piena di pericoli. Chi ne sarebbe capace oggi? IO non di sicuro e poi in una situazione del genere non lascerei mai andare via i miei figli”.