Russel Crowe nei panni di Hermann Goring nel film Nuremberg

“Nuremberg” e “Hitler’s Favourite Royals”: il ritorno del nazismo sugli schermi

Spettacolo

di Pietro Baragiola
Nuremberg arriverà nelle sale italiane il 18 dicembre e si prospetta uno dei possibili candidati alla corsa agli Oscar 2026. Mentre è in preparazione Hitler’s Favourite Royals, la docuserie in tre episodi nata dalla collaborazione tra la casa di produzione israeliana Keshet International e la scozzese Caledonia TV, che indaga i controversi legami tra alcuni membri della famiglia reale britannica e il regime nazista:

Domenica 7 settembre il Toronto International Film Festival (TIFF) ha presentato l’anteprima mondiale di Nuremberg, il nuovo film del regista americano James Vanderbilt.

Protagonisti due premi Oscar: Russel Crowe (nella foto in alto) nei panni del famigerato gerarca nazista Hermann Göring e Rami Malek in quelli dello psichiatra Douglas Kelley, incaricato di valutare la sanità mentale dei 22 generali tedeschi in attesa di giudizio per crimini di guerra ai processi di Norimberga.

La trama si concentra sul rapporto ossessivo che nasce tra i due uomini quando Kelley diventa sempre più determinato nel capire le motivazioni profonde che hanno spinto Göring e i suoi collaboratori a compiere crimini tanto atroci. Gli orrori della guerra non vengono mai mostrati direttamente ma esprimono la loro piena potenza attraverso il confronto psicologico tra i protagonisti.

Una scena del film Nuremberg

“Nella storia del cinema ci sono stati molti film sulla Seconda guerra mondiale ma pochi a proposito del dopoguerra” ha affermato Vanderbilt all’agenzia Reuters sul red carpet del TIFF.

Per sviluppare in modo dettagliato la trama, ispirata dal libro The Nazi and the Psychiatrist di Jack El-Hai, Vanderbilt ha raccolto tutto il materiale presente su Kelley e sul suo rapporto con i principali imputati.

“Non c’era domanda che qualcuno potesse porre sull’argomento a cui James non sapesse rispondere” ha raccontato Richard E. Grant durante la presentazione del film, in cui lui riveste il ruolo dell’avvocato britannico David Maxwell Fyfe.

Per quanto riguarda Göring, è stato definito da Russel Crowe come “un personaggio affascinante da interpretare”. L’attore ha raccontato alla rivista Variety di aver studiato con attenzione le diverse fasi della vita del leader nazista per comprenderne a pieno le ambizioni e illusioni.

“Si arriva alla fine della guerra, decidono che ci sarà un processo ed Hermann pensa ancora di potersene tirare fuori con le parole” ha spiegato Crowe.

Nuremberg arriverà nelle sale italiane il 18 dicembre e si prospetta uno dei possibili candidati alla corsa agli Oscar 2026. Il film, infatti, ha ricevuto una standing ovation di 4 minuti dopo la sua prima, un evento unico nella storia del TIFF che sottolinea ancor di più il rinnovato interesse del pubblico cinematografico per le storie mai raccontate della Seconda guerra mondiale.

“Hitler’s Favourite Royals”: i segreti della monarchia

Anche la televisione si prepara a riaccendere i riflettori sul nazismo con Hitler’s Favourite Royals, la docuserie in tre episodi nata dalla collaborazione tra la casa di produzione israeliana Keshet International e la scozzese Caledonia TV.

Il progetto indaga i controversi legami tra alcuni membri della famiglia reale britannica e il regime nazista: dal retaggio dinastico della regina Vittoria con la Germania, passando per i tentativi di Hitler di sfruttare tali legami, fino agli incontri segreti e alle corrispondenze in codice tra Londra e Berlino negli anni ’30 e ’40.

Il libro ‘Tea with Hitler’

Tratta dal libro Tea with Hitler: The Secret History of the Royal Family and the Third Reich del pluripremiato produttore e storico Dean Palmer, la serie si avvale anche di nuove ricerche condotte insieme all’Università di Londra che hanno portato alla luce documenti poco noti negli archivi mondiali.

“Attraverso prove recentemente scoperte e l’approfondimento di numerosi esperti, la nostra serie svela come questi legami siano rimasti nascosti, gettando nuova luce sul coinvolgimento della monarchia con la Germania nazista” ha affermato Anke Stoll, vicepresidente per le acquisizioni e coproduzioni di Keshet International.

Come produttore, Palmer ha un solido curriculum nel genere storico, avendo realizzato titoli come World War II in Colour: Road to Victory e Lost Pirate Kingdom per Netflix, e in questa docuserie si propone di rivelare ‘uno dei segreti più oscuri della monarchia: ciò che i cugini tedeschi della regina fecero durante la guerra”.

Il progetto è attualmente in cerca di un’emittente nel Regno Unito prima di lanciare le prevendite internazionali al MIPCOM, la fiera annuale dell’industria televisiva che si terrà a Cannes nel mese di ottobre.

Perché tornare a raccontare il nazismo

Il ritorno di queste storie sul grande e piccolo schermo mostra come la figura di Hitler e l’eredità del nazismo continuino ad esercitare una forte attrazione sul pubblico e sull’industria culturale.

Se Nuremberg indaga il dopoguerra e la psicologia dei carnefici, Hitler’s Favourite Royals si concentra sulle ombre della diplomazia e delle alleanze aristocratiche.

Due opere diverse ma unite dalla stessa esigenza: fare i conti con la Memoria, ricordando come dietro i processi e le monarchie si celassero uomini e istituzioni che hanno avuto un ruolo diretto o indiretto nelle vicende più buie del Novecento.