BallinStadt

Spettacolo

La città dell’emigrante. BallinStadt nasceva agli inizi del ‘900 sulle rive dell’Elba a sud di Amburgo. L’aveva costruita sull’isola di Veddel Albert Ballin, ebreo tedesco, nato ad Amburgo nel 1857. E ora è diventata un museo.
Ballin, prima impiegato nell’agenzia di viaggi del padre, alla fine dell’ottocento diventò direttore di una grande società di navigazione marittima con sede ad Amburgo, l’antenata dell’attuale Hapag-Lloyd. Erano gli anni in cui il porto di Amburgo vedeva transitare migliaia di emigrati che dal Vecchio Continente andavano a cercare fortuna in America, scappando in molti casi dalla povertà, dalle carestie, dalla crisi economica che conosceva la Germania negli anni ’20. Per capire la portata del fenomeno migratorio basti pensare che dal solo porto di Amburgo partirono cinque milioni di persone alla volta degli Stati Uniti, tra il 1850 e il 1934. Di queste una buona percentuale era costituita da ebrei che scappavano prima dai pogrom dell’est europeo poi dalle prime avvisaglie delle persecuzioni nazifasciste.

Le masse di emigranti si accalcavano per giorni sui moli del porto, in attesa di imbarcarsi, con gravi disagi per il sovraffollamento tra i quali forti rischi di epidemie. Per fare fronte a queste condizioni Albert Ballin decise di costruire un vero e proprio centro di transito, che accoglieva le migliaia di emigranti che passavano per Amburgo. Sull’isola di Veddel nacque quindi una “città dell’emigrante”, subito rinominata “BallinStadt”, dotata di alberghi, dormitori, mense, ambulatori medici, una sinagoga e una chiesa cristiana e quant’altro necessario ad accogliere le persone in partenza. Gli emigranti venivano registrati, acquistavano i biglietti della nave, venivano visitati e potevano usufruire dei servizi del centro fino al momento di salpare. Le dimensioni della Ballinstadt parlano chiaro: trenta edifici occupavano dodici acri di terreno e la mensa dell’isola era in grado di sfornare fino a tremila pasti all’ora, anche kasher.

Oggi la BallinStadt, distrutta negli anni ‘60, è rinata in quegli stessi luoghi che ora sono stati trasformati in un museo, inaugurato all’inizio di luglio. Ospita una mostra permanente sull’emigrazione europea verso gli Stati Uniti, raccogliendo reperti, cimeli, oggetti, racconti e offrendo al visitatore anche una ricostruzione del centro di transito, con i padiglioni dei dormitori arredati con i mobili originali. Suddivisa in tre settori, l’esposizione permette di consultare una rete di archivi nei quali sono conservati tutti i nomi delle persone emigrate attraverso il porto di Amburgo, le liste dei passeggeri tra il 1850 e il 1934, offre un racconto della storia dell’emigrazione tedesca, anche attraverso testimonianze dirette di discendenti di emigrati, ricostruisce l’atmosfera di quegli anni e di quelle partenze.

BallinStadta.
Veddeler Bogen 2, 20539 Hamburg
Tel.: 040/3197916-0
Fax: 040/3197916-20
www.ballinstadt.de