Mario Martella è Giusto tra le Nazioni

Mario Martella, che salvò la famiglia Sabbadini, tipografi a Roma, è ora un Giusto. A novantanni, ha ricevuto a Gerusalemme l’onorificenza che ha meritato con il suo coraggio e il suo senso di giustizia.

Già a Roma, al palazzo della Provincia il 7 dicembre, si era svolta una cerimonia. “Salvando la famiglia Sabbadini, tipografi e stampatori di Siddurim”, ha commentato il rabbino presente alla cerimonia, “Martella ha salvato spiritualmente un’intera comunità”.

Tra le tante storie di orrore, persecuzioni, delazioni, che
costituiscono la trama buia degli anni maledetti, ogni tanto emerge
un ricordo che porta un po’ di luce, che dimostra come al male e
all’indifferenza si possa dire no e restare uomini accanto ad altri
uomini. È così la storia della famiglia Sabbadini, tipografi a Roma
da generazioni. Quando furono promulgate le leggi razziali, la loro
attività rischiò di sparire per sempre. Ma trovarono una persona,
Mario Martella, che acquistò la proprietà al giusto prezzo (e che
dopo la guerra gliela restituì) e che fece poi molto di più: al
momento dei rastrellamenti e delle fughe, nascose i due anziani della
famiglia Sabbadini in un podere nella campagna vicino Roma. Restarono
molti mesi nascosti, fino alla liberazione. Martella ha raccontato
questa storia, insieme a molte altre della sua vita – il lavoro, gli
affetti, la Resistenza, il campo di prigionia – in un libro, La buona
stella.

In onore di Mario e sua moglie Wanda sono stati piantati dalla
famiglia Sabbadini dodici ulivi nella Foresta di Giovanni Paolo II in
Israele. I nipoti dei salvati, in particolare Sylvia e Paolo
Sabbadini, in memoria del padre Gilberto, hanno intrapreso il
percorso per far attribuire da Yad Vashem a Mario Martella il
riconoscimento di Giusto delle Nazioni. Oggi il riconoscimento è arrivato.