Amos Oz

Amos Oz: a un anno dalla sua morte, esce un suo straordinario autoritratto

di Roberto Zadik
Senza dubbio Amos Klausner, noto internazionalmente con il suo pseudonimo letterario “Oz” (che in ebraico significa forza) è stato uno dei “pilastri” della letteratura israeliana contemporanea assieme ai due altri grandi AB Yehoshua e David Grossman.

Ma qual era la sua personalità nascosta nelle pagine di suoi celebri capolavori come Michael mio o Non dire notte e illuminanti saggi come Gli ebrei e le parole scritto assieme a sua figlia Fania Oz Salzberg?  Quali i suoi modelli letterari, le sue idee e opinioni al di là di quell’identikit di scrittore e opinionista laico ma anche spirituale, di sinistra ma anche molto critico e aperto al dialogo, disincantato ma anche sentimentale ? A svelare questo intrigante mistero sul carattere e le passioni di scrittore, intellettuale e essere umano lucido, curioso e sensibile una straordinaria raccolta di dialoghi e interviste Amos Oz sulla scrittura, sull’amore, sulla colpa e su altri piaceri (Feltrinelli, 172pp, 15 euro). Un insieme di conversazioni, interrogativi creativi e esistenziali, osservazioni annotate dalla sua editrice Shira Haddad in un dialogo a due voci davvero intrigante e unico nel suo genere.

A un anno dalla sua scomparsa, a 79 anni il 28 dicembre 2018 alla vigilia dello Shabbat, esce questo documento inedito di uno scrittore molto curioso e affascinato dalla psicologia e dalla vita quotidiana che come riportato sul sito letture.org scriveva “per mettere qualcosa in salvo dalle grinfie del tempo e dell’oblio” e prendeva ispirazione per i suoi romanzi e cominciò a scrivere a metà anni ’60 “osservando gli estranei e ascoltando le conversazioni altrui”. Oz, nato a Gerusalemme il 4 maggio 1939 da una famiglia colta ashkenazita polacco-russa e figlio di un libraio di grande cultura che parlava 11 lingue, mostrò fin da giovane talento letterario ereditato probabilmente dal padre e segnato dalla morte della madre che si suicidò quando lui aveva solo 13 anni.

Sconvolto da questa perdita, come dice il sito www.authorscalendar.info sviluppò un marcato interesse per la filosofia, la spiritualità e la psicologia dichiarando in una intervista che “uno scrittore diventa tale a causa di un grave trauma sperimentato da giovane o durante la sua infanzia” (Silenzio del cielo 1993).

Laureatosi all’Università Ebraica di Gerusalemme in Lettere e Filosofia, vissuto lungamente in Kibbutz, fin da giovane rivelò una grande passione per la scrittura e l’esposizione di concetti, straordinarie alcune sue interviste e lezioni dove con sobrio magnetismo e ironia sapeva incantare il pubblico. La sua verve risuona anche in queste pagine dove sembra di parlare con lui, restando affascinati dal suo ingegno e dalla sua curiosità verso la vita è il mondo.