Una serata dedicata a Nedo Fiano

Nedo Fiano con gli studenti e di fronte alle foto di famiglia; Nedo Fiano nel suo studio e ai giardini – come un qualsiasi distinto signore di 87 anni dallo sguardo curioso, di chi ancora non ha smesso di “cercare”, ma anche “saputo” – come forse si direbbe al sud – di chi nella vita ne ha viste tante, tantissime, e difficilmente si stupisce ancora di qualcosa.

Sono queste alcune delle sequenze che si vedono nel documentario di Aurelio Citelli, “A5405. Nedo Fiano” che verrà presentato in anteprima giovedì 2 febbraio allo Spazio Oberdan di Via Vittorio Veneto a Milano.

Quello sguardo “saputo” sembra, è, figlio non tanto degli 87 anni di vita di Fiano, ma di quel che Fiano ha vissuto quando di anni ne aveva 17, 18; è figlio di quel numero, A5405, che dal maggio del 1944, quando arrivò ad Auschwitz, porta tatuato sul braccio.

Nedo Fiano e la sua storia di deportato e sopravvissuto allo sterminio – quella che lui stesso da anni racconta nelle scuole, nelle conferenze, nelle tante interviste che gli sono state fatte e che continuano a chiedergli (l’ultima in ordine di tempo è forse quella realizzata da Antonio Ferrari e Alessia Rastelli per il Corriere della Sera e pubblicata nel docuweb “Salvi per caso“) – sono i protagonisti del documentario di Citelli.

Realizzato in quasi due anni di lavoro, e prodotto dal Settore Comunicazione della Provincia di Milano per la collana “Gente di Milano” (gli altri due documentari sono dedicati ad Alda Merini e Sergio Bonelli),  il documentario di Citelli propone oltre alla testimonianza in prima persona di Nedo Fiano, quella della moglie Rina Lattes, e i racconti del direttore del Memoriale della Shoah, Ferruccio De Bortoli, dell’attore Moni Ovadia, e della storica Liliana Picciotto.
Il documentario sarà distribuito nelle scuole e nelle biblioteche della provincia di Milano.

“A5405. Nedo Fiano”
giovedì 2 febbraio, ore 21
Spazio Oberdan – Sala Merini
via Vittorio Veneto 2, Milano
Ingresso libero, fino ad esaurimento posti