Biard (Charlie Hébdo) accusa: “indifferenza per l’assassinio degli ebrei”

Opinioni

di Ilaria Myr

R600x__Gerard-Biard-Charlie-Hebdo«Se tutti i tipi di esperti e intellettuali si sono precipitati nel dare spiegazione degli attacchi contro la redazione di Charlie, poi quelli di Parigi e di Saint-Denis, non abbiamo sentito alcun tentativo di spiegazione sulla presa in ostaggio e all’Hyper Chachér di Porte de Vincennes, il 9 gennaio, sulla morte di Yoav, Yohan, Philippe e François-Michel. Neanche in occasione dell’attentato al Museo Ebraico di Bruxelles, nel maggio 2014, come se questi massacri vadano da sé». E’ una chiara accusa ai media e all’opinione pubblica quella lanciata da Gérard Biard, capo-redattore del settimanale satirico Charlie Hébdo, vittima il 7 gennaio scorso di un attentato in cui sono morte 12 persone. Solo due giorni 4 persone venivano uccise all’Hyper Cachér.

Una dichiarazione, la sua, di particolare importanza visto che è proprio chi quella strage l’ha vissuta e ha sentito la solidarietà di tutto il mondo – “Je suis Charlie” ha fatto il giro del mondo -, a denunciare la mancanza di solidarietà al popolo ebraico.  Come se gli assasini degli ebrei fossero ormai cosa normale.

«Per gli antisemiti e gli antisionisti più sfegatati, è noto perché vadano da sè: tutti gli ebrei del mondo hanno la colpa della politica di Israele. E’ una cosa molto pratica la geopolitica. Per gli altri è più complicato…. Gli assassini antisemiti sono passati nell’angolo morto del terrorismo islamico, del terrorismo tou court. E’ un grave errore, e non solamente sul piano umano. Perché è il boia che decide chi è ebreo. Il 13 novembre ce ne ha dato la prova. Quel giorno, il boia ci ha fatto capire che quel giorno aveva deciso che eravamo tutti ebrei », conclude.