Stefan Zweig a fumetti e le torture naziste

Libri

di Nathan Greppi

Quando si pensa alle atrocità commesse dal regime nazista, si pensa in particolare ai campi di concentramento o, più in generale, alle stragi compiute durante la Seconda guerra mondiale. Tuttavia, quando si trattava di interrogare i prigionieri ai quali volevano estorcere informazioni preziose, furono capaci di mettere in atto tattiche psicologiche apparentemente innocue, ma che in realtà erano in grado di spezzare l’animo umano più di tante torture fisiche.

Di questo parlò già nel 1941 lo scrittore ebreo austriaco Stefan Zweig (1881 – 1942) nella sua Novella degli scacchi, ultima opera scritta prima del suicidio. Di recente, questa novella è stata adattata in un romanzo a fumetti, Il giocatore di scacchi, dall’illustratore francese David Sala.

La storia è ambientata proprio nel 1941: su una nave da crociera, in partenza da New York e diretta a Buenos Aires, l’imbattuto campione mondiale di scacchi Mirko Czentovič viene inaspettatamente messo alle strette da uno sconosciuto, il misterioso Dottor B. A un anonimo giovane che fa da narratore della storia, il Dottor B. racconta di come ha imparato a giocare a scacchi; quando era prigioniero della Gestapo che, per estorcergli informazioni, lo rinchiuse in una cella dove non vi era quasi niente, da solo, immerso in un silenzio assoluto. Tenerlo per mesi in mezzo al nulla lo condusse lentamente alla pazzia, e giocare partite immaginarie grazie a un manuale rubato fu la sua unica ancora di salvezza.

Negli anni ’40, Zweig non fu l’unico scrittore di successo ad illustrare come la tortura psicologica possa essere, a seconda dei casi, più spietata di quella fisica: anche George Orwell, nel suo romanzo 1984, mostrò come un prigioniero veniva fatto parlare mettendolo di fronte alla sua più grande fobia, quella dei topi.

Le illustrazioni di Sala sembrano realizzate con uno stile arcaico, con acquerelli tradizionali. Quando ci si addentra nella psiche del Dottor B., compaiono scene surreali a raffigurare ciò che si manifestava nella sua mente, e il suo sprofondare nella follia.

Il giocatore di scacchi è una denuncia potente della barbarie nazista, complice il fatto che la novella uscì mentre la guerra era ancora in corso. E attraverso le immagini, David Sala riesce a riportare fedelmente quel senso di angoscia e smarrimento che in quegli anni doveva provare chi, come Zweig, vedeva sfumare il sogno di un mondo più libero e in pace.

David Sala, Il giocatore di scacchi dalla novella di Stefan Zweig, traduzione di Emanuelle Caillat, Gallucci Balloon, pp. 136, 22,00 euro.