Le trasformazioni dell’ebreo

Libri

di Marina Gersony

Nelle Melodie ebraiche di Heine, il principe Israele, a causa di «un sortilegio», viene trasformato in cane. Nella Metamorfosi di Kafka il protagonista si ritrova mutato in uno scarafaggio

Il tram passava accanto ad angoli delle strade su cui erano stati incollati manifesti in tedesco con la scritta rischio di contagio; il pericolo era costituito dai pidocchi e dagli ebrei, la propaganda nazista raffigurava gli ebrei come degli insetti che diffondevano il tifo, e bisogna dirlo, i manifesti servivano allo scopo, la distanza aumentava, milioni di persone avevano paura del contagio. (K. Brandys, Quarant’anni dopo «Sansone»).

Pidocchi, insetti scarfaggi, esseri scaltri, codardi e crudeli che si muovono in branco, bestiame da stipare nei vagoni per poi essere macellato: sono infinite le storie in letteratura che paragonano in senso dispregiativo gli ebrei agli animali. Adorno non aveva dubbi: Auschwitz inizia quando si guarda un mattatoio e si pensa “sono soltanto animali”.

Un breve saggio intitolato Cani, topi e scarafaggi. Metamorfosi ebraiche nella zoologia di Luca De Angelis ripercorre il tema più che mai spinoso dell’animalizzazione dell’ebreo. Dallo Shylock descritto da Shakespeare come un lupo mannaro dai latrati ferini e senza scrupoli all’ebreo di Svevo, Heine, Levi e Kafka, la rappresentazione animalesca dell’ebreo assume un significato ogni volta diverso e la letteratura ne è ricca di esempi. Scrive l’autore: «Quando Kafka trasformò l’ebreo in un ripugnante insetto non fece che riprodurre la realtà, la condizione ebraica esposta all’antisemitismo razziale. Stabilire la subumanità dell’ebreo, la sua animalizzazione in un parassita, fu fondamentale per il compimento della Shoah, poiché risultò funzionale ad allontanarlo dalla comunità umana».

Attraverso le pagine della letteratura, questo libro ripercorre i modi in cui gli ebrei sono stati spogliati di umanità, considerati scarti e ridotti, appunto, all’animalità. Del resto, lo stesso Primo Levi ha scritto: “Si doveva usare, e fu usato, quello stesso gas velenoso che si impiegava per disinfestare le stive delle navi, ed i locali invasi da cimici o pidocchi. Sono state escogitate nei secoli morti più tormentose, ma nessuna era così gravida di dileggio e di disprezzo”.