In libreria Mordecai Richler.
Chi ama Mordecai Richler può farsi accompagnare dalla sua penna a visitare quello zoo un po surreale che è il quartiere ebraico di Montreal negli anni della sua infanzia, dove si incontrano personaggi irresistibili degni della migliore letteratura Yiddish. Adelphi manda infatti in libreria un testo, scritto nel 1969, in cui si mischiano, con la massima libertà possibile, le vicende quotidiane di uomini, donne e bambini di quella strada perfetta, una disamina delle catastrofiche ripercussioni di un pezzo di Time sulla vita di St. Urbain Street, una divagazione sulluso privato delle cabine telefoniche pubbliche e un manualetto sul sesso redatto da un cultore della materia assai vicino a molti lettori: Duddy Kravitz.
Gli occhi di un ragazzino osservano tutto, e lidea che si fa del mondo è allo stesso tempo innocente e scaltra, mentre la consapevolezza della condizione umana si struttura attraverso una embrionale ma già acuta capacità di osservazione e di giudizio.
Il Canada, i franco-canadesi, lInghilterra amata/odiata (per la politica in Palestina) lidentità salvaguardata almeno grazie alla kashrut, la giovantù ebraica, lincontro con i profughi tedeschi in anticamera per la vera America, sono per Richler altrettante occasioni per lanciare il suo sguardo e trasmettere, vibranti, le sue emozioni.
Mordecai Richler, Le meraviglie di St. Urbain Street, Adelphi, pp. 154, euro 16,50