Kalooki Nights

Libri

L’opera di un genio.

Le edizioni Cargo sono il ramo letterario della casa editrice L’Ancora del Mediterraneo, casa editrice ancora giovane ma già ben conosciuta per la saggistica di qualità che pubblica, soprattutto dal punto di vista filosofico e di attualità.

Kalooki Nights è una sorprendente opera narrativa che unisce aspetti diversi tra loro: è una descrizione della comunità ebraica di Manchester, della sua situazione attuale, delle sue aspettative, delle sua paure, dei suoi rapporti con il mondo dei goyim, di come ricorda e di come elabora il ricordo di una Shoah non subita direttamente, se non da qualche sopravvissuto che si è trasferito in Inghilterra dalla Polonia. Ma è anche una sorta di originale romanzo di formazione, in cui si racconta l’adolescenza e il cammino verso la maturità di due giovani ebrei, Max Glickman e Manny Washinsky. Questi è il rampollo di una famiglia osservante; il primo, l’io narrante, ha una madre appassionata sopra ogni altra cosa di una sorta di canasta chiamata kalooki (e passa interminabili serate con amiche e amici a giocare); e un padre che è l’anima di una sorta di circolo di operai ed impiegati ebrei, rigorosamente comunisti e furiosamente atei, il cui obiettivo principale sembra essere quello di prendersela con gli ebrei che “fanno gli ebrei”.

Nel libro è presente una vena ironica profonda ed allora questo padre ateo convinto è quello che, nelle diverse situazioni, ha le reazioni più tipiche del buon ebreo “da romanzo”.
Ma Jakobson, su un fondo sostanzialmente ironico e talora grottesco costruisce una vicenda che ha degli sviluppi sorprendenti. Da un lato Kalooki Nights è un romanzo decisamente corale, con una grande varietà di situazioni e di personaggi, come i fratelli e le sorelle di Manny, uno dei quali si innamora perdutamente di una giovane goyà, non solo, ma la cui famiglia è pure tedesca e questo provoca un infarto al padre, assieme al divieto assoluto di vederla e agli sviluppi che ne seguiranno. E ci sono gli amici dell’adolescenza, con tutti i problemi dell’età; e ci sono pure le mogli che Manny ha nel corso degli anni: il ritratto delle prime due (Zoe e Chloe) è quanto mai singolare: esse amano profondamente Manny, solo che vorrebbero che non fosse o almeno smettesse di essere così terribilmente… ebreo.
La terza moglie è un’ebrea che quasi gli fa venir voglia di non essere più ebreo.
Ma il libro è anche attraversato da una vena tragica profonda poiché quasi metà del libro ruota attorno ad un terribile delitto commesso da Manny.

La commedia e la tragedia si intersecano e si susseguono in continuazione, dando origine ad un risultato abbastanza paradossale, dove però, nonostante una certa amarezza di fondo, il riso ed il sorriso finiscono per avere la meglio e dove anche i grandi temi della vita e della morte, della memoria e della Shoah, dell’identità e dell’assimilazione sono giocati su un registro di grande finezza e sensibilità.

In fondo è un libro che non ha un vero centro narrativo, una vicenda che si sviluppa linearmente e logicamente. È piuttosto un policentrico susseguirsi di narrazioni, quadri, racconti, commenti, uniti a una capacità davvero poco comune di articolare i dialoghi. Jacobson è un grande creatore di dialoghi.

Jonathan Safran Foer, il giovane e famoso romanziere ebreo americano, ha scritto di questo libro “Era moltissimo tempo che non leggevo un libro così. Non ricordo di aver mai riso così tanto né di essere rimasto così sorpreso da osservazioni sulla famiglia o sugli ebrei. Qualcuno ha definito Jacobon il Philip Roth britannico. Ma io penso che lui punti ancora più in alto di Roth e lo fa con un’energia ancora maggiore. Kalooki Nights è una tragedia ed è l’opera di un genio”.

HOWARD JAKOBSON – KALOOKI NIGHTS – CARGO edizioni – pp. 563 – euro 20,00