Adelphi riscopre un capolavoro del ‘900: La Famiglia Karnowski

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Israel Joshua Singer è il fratello -maggiore e meno noto al grande pubblico- del premio Nobel Isaac Beshevis Singer. Ma l’autore di Ombre sull’Hudson lo chiamava “Il mio Maestro” e non taceva il debito umano e letterario che aveva con lui.

Di sicuro, La Famiglia Karnowski, che oggi Adelphi ha riscoperto – scritto in yiddish nel 1943, tradotto solo di recente in francese- è un capolavoro del Novecento, per la ricchezza della storia, la qualità letteraria, lo spessore dei personaggi. La tragedia che si consumava nel mondo degli Ost Juden negli stessi anni in cui Israel, in America, componeva il suo romanzo, e che al momento della sua pubblicazione non era ancora conclusa e compresa nella sua spaventevole enormità, è tuttavia sottesa e presagita. Perché era già tutta lì, nella macchina di morte che i nazisti avevano avviato e nutrivano con meticolosa e lucida barbarie.  Ma la tragedia e la commedia umana che il romanzo affronta  è anche quella già interna al mondo  ebraico-tedesco, cui approdano gli ebrei dell’Est – Polacchi, Lituani – per esserne emarginati e irrisi. Sono altro, con i loro cernecchi e i loro scialli consunti – dai borghesi integrati e pasciuti che relegavano la loro ebraicità all’interno delle pareti domestiche e in città pretendevano – si è visto con quali risultati –  di essere tedeschi a tutti gli effetti.

In questa lacerazione dell’identità che si fa via via più violenta nelle tre generazioni della Famiglia Karnowski (David, Georg, Joachim) c’è tutta la forza narrativa di Israel Joshua Singer, e si comprende bene perché il re dei critici letterari, Harold Bloom, ne abbia tanta stima. Perché avrebbe voluto che il Nobel degli scrittori yiddish fosse assegnato a lui. Purtroppo Israel morì a soli 51 anni, nel 1944, lasciando tuttavia, oltre a questo romanzo, altre opere di grande valore tra cui Yoshe Kalb e le tentazioni e I fratelli Ashkenazi.

La nostra recensione potete leggerla QUI

Susanna Nirenstein ha dedicato a La Famiglia Karnowski un’ampia recensione che ben argomenta la ricchezza dell’opera. Potete leggerla QUI