Un museo per la storia degli ebrei polacchi

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Poche settimane fa, a Varsavia, nel cuore del vecchio ghetto, accanto al monumento che ricorda la rivolta del 1943, è stata posta la prima pietra del Museo che si chiamerà “Museo della storia degli ebrei polacchi” e che percorrerà i quasi mille anni della storia degli ebrei in Polonia.
Uno spazio non tanto e non solo rivolto al doloroso passato, ma soprattutto una rievocazione e celebrazione attraverso i secoli della vita e della cultura ebraiche fiorite in Polonia e intrecciate strettamente con le vicende di quel paese, fino a quando la comunità non venne sterminata e annientata con l’Olocausto: dei tre milioni di ebrei che vivevano là fino al 1938 non ne sopravvissero che poche centinaia. E con essi venne distrutta tutta quella straordinaria cultura yiddish che aveva prodotto scienziati, scrittori, pensatori.

Sarà un museo multimediale e non mera esposizione di oggetti. Sarà un faro culturale a livello dello Yad Vashem di Gerusaleme, del Memorial Museum di Washington e del Museo Ebraico di Berlino.

L’edificio, che verrà inaugurato fra due anni, è opera di due architetti finlandesi e consterà di otto gallerie che illustrano la storia a partire dal 10° secolo, quando un certo Ibrahim Ibn Jakub, mercante ebreo proveniente dalla Spagna moresca, giunse nel regno polacco. Si prosegue quindi verso una sezione chiamata “Paradisus Judaeorum”, questo è il nome che gli ebrei diedero a quella terra come la trovarono nel 16° e 17° secolo dopo essere stati cacciati da altri paesi europei, e in cui si vide fiorire la vita e la cultura ebraica.
La Polonia fu terra di contrasti, luogo di tolleranza e di doloroso antisemitismo, discriminazione e segregazione ma anche di periodi di benessere.

Dopo una sezione dedicata all’Olocausto e in particolare al ghetto di Varsavia, nonché all’infausto periodo postbellico, quando sotto il regime comunista fino al 1989 della storia e delle sofferenze degli ebrei era proibito parlare, il percorso si concluderà con una nota di speranza, per il revival della vita ebraica e nuovo spirito di tolleranza.

E per accennare all’attualità, la prima pietra è stata posta dal presidente polacco, come a sottolineare la stretta connessione della storia nostra con quella polacca. Al progetto del museo e al suo finanziamento hanno concorso il governo polacco, il comune di Varsavia, il governo tedesco, che ha partecipato alla posa della prima pietra nella persona del suo presidente Von Weizsaecker, e donatori privati.