La mostra 'Storie restituite' alle Gallerie d'Italia

Gallerie d’Italia, una importante mostra sui beni espropriati agli ebrei dal fascismo

Eventi

di Roberto Zadik
Non solo massacrati fisicamente e moralmente ma anche “svuotati” delle loro proprietà e privati di beni fondamentali come la casa, i loro patrimoni e possedimenti, gli ebrei italiani durante il nazifascismo vissero momenti di grande sofferenza anche a livello materiale e economico-finanziario. Su questo tema, poco trattato, decisamente interessante e storicamente molto rilevante per queste intense giornate di Memoria, è in corso fino al 23 febbraio nella sontuosa sede delle Gallerie d’Italia, presso i locali di Palazzo Anguissola, in Piazza della Scala 6 la mostra Storie restituite. I documenti della persecuzione antisemita nell’Archivio Storico Intesa San Paolo. Presentata mercoledì 22 gennaio, l’esposizione organizzata dalla Banca Intesa San Paolo e curata da Barbara Costa, Responsabile dell’Archivio Storico della Banca   e Carla Cioglia racconta attraverso sei storie emblematiche.

Fra queste una serie di vite “spezzate” e lacerate dal nazifascismo e dalle sue efferate espropriazioni. Come l’educatrice Aurelia Josz, ebrea fiorentina di origini ungheresi e diventata famosa per il suo importante ruolo pedagogico, le sue attività sionistiche e morta nel lager di Auschwitz nel 1944, il medico ebreo ferrarese e Consigliere della Comunità ebraica Gino Emanuele Neppi costretto a lasciare la sua carriera dalle Leggi Razziali al filosofo e intellettuale Eugenio Colorni, l’industriale Piero Sonnino, l’intellettuale ebreo galiziano Schulim Vogelman, di famiglia religiosa e fratello dello studioso talmudico Mordecai sopravvissuto italiano agli orrori di Auschwitz e padre del fondatore della casa editrice “Giuntina”, unico italiano nella celebre “lista” di Oskar Schindler, il dramma degli ebrei italiani dalle Leggi Razziali del 1938 che segnarono “il tradimento” da parte del Regime Fascista verso un mondo ebraico che era stato decisamente patriottico e laico fino ad allora.

Tutto questo attraverso documenti e carte che attraverso 300 faldoni contenenti oltre 1500 pratiche di ebrei italiani e raccolti scrupolosamente dalla Banca San Paolo e dal Fondo Egeli con la preziosa collaborazione del Cdec (Centro di Documentazione Ebraica). Durante l’inaugurazione prima di aprire la mostra vari gli interventi come quello di Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici Intesa San Paolo, di Gadi Luzzato Voghera storico e Direttore del Cdec che ha sottolineato nell’intervista riportata sul sito www.iltempo.it come questa esposizione sottolinei un concetto “concreto di Memoria” e induca al “al ricordo e al ragionamento sulle dinamiche innescate dalla persecuzione antiebraica per legge” attraverso i documenti che come ha sottolineato la Costa “sono proprio lì a testimoniare al di là dei negazionismi e delle fake news che questi fatti sono esistiti anche quando non ci saranno più i testimoni di questi avvenimenti”.

Una tappa importante che come ha ribadito anche Coppola riesce a dimostrare “quanto sia importante un archivio” ringraziando pubblicamente il Cdec e i suoi archivisti per il lavoro svolto in questi mesi. Un’esposizione importante sotto diversi punti di vista. Come memoria concreta, prova documentale del Fascismo e delle persecuzioni, che attraverso il lavoro non solo delle milizie militari ma anche di anonimi funzionari e biechi burocrati ha colpito duramente la popolazione ebraica italiana al di fuori dei clamori dei massacri e delle deportazioni ma con vili gesti privati atti a danneggiarne il patrimonio e a minarne la sopravvivenza.

Come ha messo in luce Luzzato Voghera ha lavorato meticolosamente per questa iniziativa essa è fondamentale anche per il periodo storico di questi anni perché “siamo nella fine dell’era della testimonianza e ormai i testimoni stanno scomparendo. Dobbiamo metterci a lavorare, raccogliere il materiale e la digitalizzazione è di grande aiuto. Ora tocca a noi”. Oggetto della mostra non solo i documenti degli ebrei italiani ma anche dei tanti apolidi, francesi, americani i cui beni furono sequestrati dai fascisti quando dal 10 giugno   1940 l’Italia entrò in guerra schierandosi a fianco della Germania. Pratiche amministrative, lettere dei proprietari dei beni e dei loro eredi ma anche corrispondenze sulle vicende belliche in una ricostruzione storica e amministrativa estremamente accurata e inedita che si avvale delle moderne tecnologie e della pubblicazione online dell’inventario del Fondo Egeli della Cariplo e fruibile dal pubblico come corredo alla mostra.

Storie Restituite. I documenti della persecuzione antisemita nell’archivio
23 gennaio-23 febbraio
Gallerie Italia Piazza Scala 6
Aperto dal martedì alla domenica 9.30-19.30 e giovedì fino alle 22.30 (Biglietto 10 euro comprensivo della mostra Canova/Thorvaldsen La nascita della Scultura moderna
Informazioni www.gallerieitalia.com
Tel. 800167619
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