Carne vegana

Israele, accordo con la Cina: 300 milioni di dollari per la carne vegana

Economia

di Carlotta Jarach
Ebbene sì, carne vegana. No, non è il folle scherzo di un matto. Di origine animale, ma senza sfruttamento o allevamenti intensivi, si tratta infatti di un prodotto di laboratorio, creato fibra per fibra, in linea teorica quindi conforme ad alcune branche della filosofia vegana e vegetariana. Mentre scriviamo, otto aziende nel mondo stanno lavorando perché il prodotto diventi vendibile in scala. Tre di queste sono israeliane: SuperMeat, Future Meat Technologies e Meat the Future.

Gli accordi con la Cina

E anche la Cina, con i suoi oltre 10 miliardi di dollari di esportazione nel settore (dati dell’International Trade Center), si è interessata alle aziende high-tech israeliane, come dicono sul sito Quartz, notizia poi rimbalzata ovunque fino al World Economic Forum, e che noi ora riprendiamo.

“Si tratta di un’opportunità colossale per il mercato”, per usare le parole di Bruce Friedrich, a capo del GFI, il Good Food Institute, in prima linea per gli alimenti cosiddetti sostituitivi (alla carne). Un accordo da 300 milioni di dollari quello israelo-cinese, annunciato lo scorso 11 settembre, grazie anche all’intervento dell’Israel Innovation Authority del governo israeliano e all’Israel Export Institute. Grazie alla collaborazione, le aziende dell’estremo oriente avranno così la possibilità di veder drasticamente diminuite le proprie emissioni di gas serra: un ulteriore passo in avanti nei provvedimenti con altri leader, europei e non, nella lotta all’inquinamento.

La realtà tecnologica israeliana è considerata da molti seconda solo alla Silicon Valley statunitense, la quale ospita altre realtà aziendali che propongono alternative alla carne, tra cui Impossible Foods e Hampton Creek. Ironia della sorte (forse) entrambe hanno ricevuto investimenti cinesi dal miliardario Li Ka-shing.

Martedì 12 settembre, il China Science and Technology Daily, gestito dalle autorità governative cinesi, aveva sottolineato non sono l’importanza per ragioni ambientali della “carne in provetta”, ma anche di sicurezza alimentare.

La carne pulita infatti ha potenziali effetti benefici sulla salute pubblica sotto diversi aspetti: innanzitutto una diminuzione della resistenza agli antibiotici, per via anche dei numerosi controlli nella procedura di fabbricazione. E ancora, il motivo principe del suo nome, ovvero che sarà in generale più pulita e igienica: priva per esempio di cancerogeni, vedi arsenico, e di malattie associate come aviaria e simili.

Staremo a vedere.
(Fonte foto: Labiotech.eu)