Pacifici: “Ricordarci che esiste una giustizia sociale che la Torah ci impone, è il primo passo per superare momenti difficili come quello che stiamo affrontando ora”

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Chi sono gli ebrei di Roma e come affrontano, con quali strumenti fronteggiano la crisi economica attuale? Questi al fondo i temi principali dell’intervista che il presidente della Comunità ebraica di Roma ha rilasciato al quotidiano economico romano Ore 12 in edicola oggi 19 aprile.
“Come ogni italiano, anche gli ebrei vivono un momento di insicurezza economica.  Per le famiglie più in difficoltà possiamo contare, oltre che sugli ammortizzatori sociali statali, anche sul supporto della Deputazione Ebraica. Ma le risposte alle varie crisi che dobbiamo affrontare si ritrovano anche dentro quei valori morali che la nostra religione esprime da secoli”.

Nell’intervista Pacifici ha ripercorso la lunga storia della comunità romana, le sue origini antichissime, la sua composizione, gli istituti che oggi vanno incontro a coloro che in modi diversi sono colpiti dagli effetti della crisi economica. Senza dimenticare il tema dei rapporti con la Chiesa, con Papa Giovanni Paolo II e ora con Papa Francesco, e quello della cultura, “vero motore del nostro impegno”.

“La Comunità Ebraica di Roma è la più antica comunità della nostra diaspora”, spiega Pacifici. “Gli ebrei sono qui da circa 2200 anni e rappresentano, ora, una delle testimonianze più vecchie del tessuto territoriale-sociale romano. La nostra Comunità è un ente morale e riunisce intorno a sé poco meno di 15.000 ebrei, a cui diamo innumerevoli servizi. Tra questi, mi piace ricordare quelli religiosi, sotto la guida del Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, e altri di natura educativa. Abbiamo, infatti, scuole ebraiche elementari, medie inferiori e medie superiori. La Comunità possiede pure un Museo, un Archivio Storico, una Deputazione di Assistenza Sociale, una Casa di Cura e uno dei tra i massimi ricoveri del Lazio, L’Ospedale Israelitico Rita Levi di Montalcini. I servizi offerti sono innumerevoli e vengono gestiti dal personale della nostra Comunità, dietro l’indicazione del Consiglio e della Giunta”. La Comunità è composta al suo interno da tante anime e tante professionalità, anche dal punto di vista imprenditoriale”.

Alla domanda su come la Comunità stia vivendo l’attuale momento di recessione economica e quali strumenti stia mettendo in campo per affrontarla, Pacifici ha risposto: “Come ogni italiano, anche gli ebrei vivono un momento di insicurezza economica. Il nostro tessuto è variegato: vi sono commercianti, impiegati statali, imprenditori, avvocati, professionisti di vario genere, professori universitari, ma pure persone che hanno perso il lavoro o giovani che faticano a trovarlo. Per le famiglie più in difficoltà possiamo contare, oltre che sugli ammortizzatori sociali statali, anche sul supporto della Deputazione Ebraica, organismo predisposto proprio per aiutare chi ha bisogno. Al contempo, però, siamo consapevoli che le risposte alle varie crisi che dobbiamo affrontare si ritrovano anche dentro quei valori morali che la nostra religione esprime da secoli. Seguire quelle regole di moralità, ricordarci che esiste una giustizia sociale che la Torah ci impone, è il primo passo per superare i momenti difficili come quello che stiamo affrontando ora”.

I valori dell’ebraismo, le tradizioni, ma anche la cultura osserva Pacifici, è ciò che tiene viva la comunità. “La cultura è il vero motore del nostro impegno. Abbiamo intellettuali che troviamo siano i veri protagonisti della nostra storia nel corso dei secoli. Nella città di Roma non siamo mai venuti meno a questo tipo di interesse, tant’è che durante questo nuovo anno si è desiderato consolidare il nostro impegno culturale con la realizzazione di due specifici eventi: il festival della letteratura ebraica e il festival della cultura ebraica. Si tratta di due occasioni che servono sia a raccontare l’ebraismo oltre la Shoah, sia a far conoscere chi oggi è protagonista del pensiero ebraico in tutte le sue sfaccettature”

Nell’intervista non è mancato un accenno anche ai rapporti con il nuovo papa Francesco. “Con Papa Francesco, dice Pacifici, “c’è stato da subito uno scambio di saluti cordiale, attraverso la figura del nostro Capo Rabbino. Bergoglio è un Pontefice che vuole proseguire sulla via del dialogo e lo sta dimostrando già dai primi gesti. Noi siamo ben felici di questo e aspettiamo di capire quali saranno i futuri passi che potremo compiere insieme”.