Una candelina alla volta. Ritrovare senso e direzione nella vita professionale

JOB news

di Dalia Fano, responsabile JOB

Quando manca chiarezza, quando non abbiamo una direzione e ci sentiamo indecisi e confusi, spesso la mente reagisce cercando subito una risposta. Vuole capire, decidere, risolvere, fare.

Ma non sempre è possibile, e non sempre è utile. In certi momenti, più cerchiamo una soluzione complessiva, più aumenta la sensazione di smarrimento.

Ci sono fasi della vita — nel lavoro, nella ricerca di lavoro, nelle transizioni personali — in cui non vediamo l’insieme. Vorremmo cambiare lavoro, scrivere un progetto, o anche riorganizzare casa, ma ci sentiamo frenati e nella nebbia.

Vediamo solo frammenti e caos, non abbiamo una mappa.

Ed è proprio in momenti come questi che nasce la tentazione di forzare una chiarezza che ancora non c’è.

Vorremmo una soluzione complessiva e veloce, e più la cerchiamo, più aumenta la confusione.

A volte, invece, serve un altro gesto. Non grande. Non risolutivo. Un gesto che non pretende di illuminare tutto, ma che ci permette di iniziare.

In queste sere, quel gesto prende la forma dell’accensione delle candele. Prima una. Poi una seconda.

Poi, sera dopo sera, una terza…

Non tutte insieme. Non in anticipo. Una alla volta.

E forse è anche questo che ci insegna Hanukkah: quando ci sentiamo al buio e non abbiamo una direzione chiara non cercare subito tutta la luce, ma aggiungerne un po’, quanto basta per celebrare il momento presente e fare un passo, anche se un unico passo, al meglio che possiamo.

 

Quando c’è buio, confusione o caos, Hanukkah non ci chiede di illuminare tutto.

Ci insegna a non rinunciare, ma a iniziare. A usare l’olio che c’è: poco, ma sufficiente.

Si aggiunge luce. Non la si anticipa. Non si colma il buio in una volta sola.

 

In un tempo che esalta la prestazione e i risultati immediati, Hanukkah ci ricorda la forza di un ritmo diverso: quello della luce che cresce lentamente, una candelina alla volta.

Questo vale per il lavoro, per decisioni difficili, un progetto o per qualsiasi fase di passaggio in cui tutto sembra sospeso e confuso.

Hanukkah ci insegna a non disprezzare il gesto minimo.

Anzi, a fidarci proprio di quello: l’accensione della candelina.

 

E quando arrivano panico, ansia o sconforto, con la paura di restare al buio, non serve fare di più. Forse basta ricordarsi della calma riposta in quel gesto. Restare lì. Sentire il respiro, senza doverlo controllare.

È un tempo breve, ma reale, in cui non si aggiunge nulla e non si toglie nulla. E da lì che può emergere il prossimo passo possibile.

 

Piccole candeline mindful

Accendere la presenza nel nostro quotidiano, anche solo un minuto alla volta

  • Fermarsi per 30 secondi e osservare il respiro così com’è
  • Sentire la pianta dei piedi appoggiata a terra
  • Ascoltare davvero il nostro interlocutore senza anticipare la risposta
  • Notare una tensione nel corpo senza giudicarla o commentarla
  • Accogliere un’emozione difficile con gentilezza, al meglio che possiamo, senza giudicarci
  • Completare con attenzione un gesto semplice dall’inizio alla fine; se ci ritroviamo distratti da altri pensieri, con semplicità ritornare al gesto
  • Stare con quello che sentiamo, anche se fastidioso o disturbante
  • Quando sbagliamo, offrirci un po’ di gentilezza, facendo lo stesso con gli altri

Non risolvono tutto, ma riportano il sistema a casa.

 

Una pratica guidata, una candelina alla volta (1 minuto)

Se vuoi, puoi fermarti per un minuto. Non serve creare condizioni perfette, né sentirti calmo.

  1. Siediti con l’intenzione di essere presente, una posizione dignitosa con la schiena dritta ma non rigida
  2. Porta l’attenzione al corpo, così com’è ora. Porta l’attenzione alle parti del corpo a contatto con la sedia o con il pavimento.
  3. Lascia che il respiro faccia il suo movimento naturale. Limitati a notarlo, senza guidarlo, né controllarlo. Lasciati respirare, il respiro, per fortuna, non ha bisogno del nostro controllo.
  4. Scegli una cosa sola da osservare: un punto del corpo dove ti è più facile sentire il respiro, oppure i suoni intorno a te. Rimani così, con questa attenzione e questa intenzione per qualche istante. E se la mente si distrae, è normale, nota la cosa senza commentarla e torna all’oggetto scelto.
  5. Se durante la pratica emerge agitazione, stanchezza o confusione, non cercare di eliminarle. Accoglile così come sono.
  6. Quando sei pronto, lascia andare l’oggetto dell’attenzione e nota semplicemente com’è essere qui, in questo momento.
  7. Prima di muoverti, fai un ultimo respiro e ascolta con calma il corpo mentre riprende il movimento.

 

Questa è la candelina. Niente di più, niente di meno. Una luce alla volta.

Non la soluzione definitiva, solo il passo successivo. E da lì, il passo successivo potrebbe chiarirsi.