Imparare Israele grazie alle parole dei suoi scrittori

di Maria Teresa Maglioni

La letteratura israeliana, conoscere, capire, leggere insieme. Grazie all’ASSOCIAZIONE ITALIA ISRAELE DI MILANO, un nuovo incontro dell’iniziativa Questo è Israele, 70 anni.

Presso la libreria Claudiana di Milano ha avuto inizio, in ottobre, un ciclo di incontri sulla letteratura israeliana contemporanea a cura di Sara Ferrari, docente di lingua e cultura ebraica alla Facoltà di Mediazione linguistica della Statale di Milano, promosso dall’Associazione Italia-Israele di Milano. L’intento è quello di approfondire la conoscenza della letteratura israeliana attraverso l’incontro con le voci emergenti nel panorama letterario di Israele, ma anche con quegli autori che sono meno noti al grande pubblico. Infatti, quando si pensa alla narrativa israeliana, i nomi che emergono immediatamente sono quelli di Grossman, Oz, Yehoshua, scrittori certamente straordinari, ma non unici.

In realtà la letteratura israeliana vanta oggi tantissimi scrittori di altissima qualità, è una letteratura straordinariamente ricca e vivace; basti pensare ad autori come Nevo, Gavron, Kenaz, Keret, Shalev…
Uno degli aspetti belli degli incontri alla Claudiana è la possibilità di addentrarci nella conoscenza di questi scrittori. Si è iniziato con Zeruya Shalev, è stata poi la volta di Ayelet Gundar-Goshen e quindi di Dorit Rabinyan… Guidati magistralmente da Sara Ferrari si scopre la bellezza di una narrativa contrassegnata da grande varietà di registri stilistici, modalità di scrittura, tematiche… Uno degli aspetti che rende molto stimolante la partecipazione a questi momenti di lettura è la modalità dell’incontro, che non si configura come una lezione frontale e neppure come una conferenza. Sara Ferrari ha optato per la modalità dell’incontro interattivo: inizia introducendo l’opera, ne legge un passo significativo, focalizza l’attenzione sul protagonista, su alcuni aspetti problematici del carattere o dell’esperienza del personaggio e pone delle domande. Immediatamente i presenti intervengono proponendo la loro interpretazione, aprendo nuove piste di riflessione. Ci si interroga su come ci comporteremmo noi in quella determinata situazione, ci si confronta con le scelte dei protagonisti. Eitan è fuggito dopo aver investito un uomo che è nordafricano. L’avrebbe fatto se fosse stata la bambina di un kibbutz? E noi che cosa avremmo fatto? Come ci comporteremmo al posto della moglie? L’efficienza professionale e la crisi dei rapporti familiari di Iris induce a verificare il nostro modo di essere. Come reagiremmo alle scelte trasgressive della propria figlia? Perdoneremmo al marito di cui conosciamo l’infedeltà? Perché Liat può innamorarsi di un artista palestinese proprio a New York? Perché vive questo amore così passionale con un senso di colpa?

Sara Ferrari propone una lettura del romanzo scelto che non dà interpretazioni univoche, ma allude, suggerisce, invita a cogliere i risvolti nascosti nelle vicende e i partecipanti interagiscono mettendo in gioco la loro sensibilità, la loro esperienza umana e culturale, chiamando a confronti altri autori che presentano situazioni affini… Sullo sfondo c’è la storia contemporanea di Israele, il conflitto con i palestinesi, il terrorismo, la crisi economica, la protesta delle tende, i problemi con cui ci confrontiamo in Europa, in Italia tutti i giorni: immigrazione, integrazione, terrorismo, crisi economica… Tutto questo rappresenta lo sfondo che condiziona la vita, le scelte dei personaggi, che rimangono i veri protagonisti degli incontri alla Claudiana. Ciò che affascina maggiormente i partecipanti, che ben conoscono la storia di Israele, è infatti la possibilità di analizzare la complessità psicologica dei protagonisti, la verosimiglianza dei loro comportamenti, la coerenza con determinati condizionamenti ambientali e culturali…
Non minore è sicuramente l’interesse per il taglio narrativo, per le scelte espressive, di cui viene evidenziata la ricchezza e l’originalità leggendo passi particolarmente rappresentativi, da cui emerge la potenza drammatica dello stile della Shalev, l’abilità costruttiva della Rabynian, la forza evocativa dello stile della Gundar-Goshen.

L’esordio è stato decisamente positivo: tutti i presenti erano unanimi nell’esprimere il loro apprezzamento e il desiderio di ritrovarsi regolarmente per una nuova tappa di questo viaggio nel mondo della narrativa israeliana.
È un’iniziativa bella, da cui si è indubbiamente arricchiti: per chi non ha ancora letto il libro ( e sono pochi) è un incentivo a iniziare la lettura, per chi l’ha già letto, a rimeditare. È un arricchimento culturale, ma anche umano. In un mondo in cui si comunica con Facebook, Twitter… ritrovare il contatto umano della conversazione, guardare i volti , le espressioni di perplessità, di condivisione, scoprire affinità, essere catturati da un tono di voce, uno sguardo…è un’esperienza che dona una ricchezza invisibile, dà vita all’anima.
Il mondo di oggi: realtà alienante, si dice spesso. Trovarsi per parlare di scrittori, di libri diventa una piccola risposta di umanità all’atrofia delle relazioni umane. Pensare i volti degli scrittori, ma anche dei personaggi, interessarsi a chi sta parlando innanzi a noi è dare spazio all’umano.
Grazie a Italia –Israele di Milano, a Sara Ferrari e alla libreria Claudiana per questa splendida opportunità!
Maria Teresa Maglioni
Insegnante al Liceo G. Casiraghi, Cinisello Balsamo (MI)