Il Volontariato e la RSA: lontani ma sempre presenti con le parole e l’affetto

di Volontariato Federica Sharon Biazzi

Oggi, non potendo ormai da un anno entrare in RSA, siamo vicini ai nostri “nonni” solo con telefonate. Ecco alcuni pensieri di nostre volontarie

Quanto mi mancano le mattinate in RSA… le “lezioni di cucina” con i nostri amati nonni, i loro sorrisi, i loro consigli. Penso spesso ai loro sguardi colmi di soddisfazione nel vedere le ciotole piene di insalata israeliana o macedonia, i vassoi pieni di biscotti e tanto altro, tutto preparato da loro con impegno e passione. Mi mancano le chiacchierate da cui si imparava sempre qualcosa di nuovo. Mi manca uscire dal portone di via Arzaga con il cuore pieno di emozioni e con insegnamenti che solo i nostri “nonni” possono darci. Daniela Djmail

 

È passato quasi un anno dal mio ultimo incontro con le amate compagne di pittura. Le chiamo compagne e non alunne perché le lezioni erano incontri fra amiche, pieni di allegria e chiacchiere amichevoli con consigli e scambi di pareri su quanto era avvenuto in settimana. Le mie amiche arrivavano a volte un po’ incerte sul da farsi ma subito si mettevano all’opera felici di lavorare ed infine orgogliose dei risultati ottenuti. Ma la più felice ero io!!! Mi mancano tanto, tutte…! Paola Finzi

Passare un po’ di tempo con i nostri “vecchietti” alla Residenza è stato probabilmente il tempo speso meglio della mia vita, forse più per me che per loro. Le prime volte pensavo che nel loro sguardo ci fosse una sorta di “assenza”, invece poi con il tempo ho capito che nel loro sguardo c’era riconoscenza e curiosità. Ognuna delle persone che ho conosciuto aveva qualcosa di particolare. Personalmente mi sono affezionata ad una signora di una cultura incredibile e farò senz’altro tesoro dei consigli di vita che mi ha dato. Sperando che questo momento difficile passi al più presto, permettendoci di passare del tempo in loro compagnia, che non sono il passato, ma piuttosto le basi del futuro delle nuove generazioni. Monica Metta

L’esperienza come volontaria alla casa di riposo mi ha dato tanto. Ogni settimana non vedevo l’ora del martedì per venire a fare il laboratorio di cucina. La vita è strana, nasciamo, cresciamo, studiamo e impariamo a fare un sacco di cose, poi a un certo punto è come se tornassimo bambini, e abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a fare tutto, appunto come fossimo bambini. A me emozionava sempre di più vedere le signore sorridere per essere riuscite a tagliare un frutto oppure decorare le tartine. Spesso presi dalla frenesia della nostra vita ci dimentichiamo delle cose importanti e delle persone a cui vogliamo bene, queste signore spesso sole mi hanno insegnato che non c’è niente di più importante di stare accanto alle persone anziane, a cui spesso pochi gesti bastano a renderle felici e non bisogna mai dimenticare che sono persone speciali. Giada Chendy

Un pensiero ai miei carissimi nonni, sono fortunata perché facendo la volontaria nella casa di riposo posso vantarmi di averne più di quattro! Aiutare queste splendide persone a camminare, alzarsi dalla sedia, fare qualche esercizio di ginnastica o semplicemente una chiacchierata riempie il cuore di tenerezza e apre la mente alle vite passate. Imparo tanto dai loro racconti, da una gioventù diversa dalla nostra, ricca di coraggio e peripezie. Vedere i loro sorrisi per me è un regalo speciale, come uscire dal portone della RSA carica di energia e nuovi insegnamenti.
Spero di poter presto riabbracciare ognuno di loro e nel mio piccolo donare quella compagnia di cui hanno tanto bisogno.
Tenete duro e appena ci daranno il permesso torneremo a divertirci insieme! Un abbraccio. Nathalie Silvera

Mi pare impossibile che sia passato un anno da quando mi incontravo con un gruppo di ospiti della Residenza Arzaga e leggevo loro articoli di giornali o contenuti di conferenze a cui avevo partecipato. Il gruppo si animava quando sollecitavo un dialogo con domande che potevano risvegliare esperienze loro, andando anche a ripescare nel passato. Quando riuscivo in questo mio intento mi sentivo davvero felice. Ricordo con nostalgia un signore che mi chiedeva di ricercare gli articoli di Maurizio Molinari per leggerli e commentarli insieme. Adesso parlo al telefono con tre dei miei vecchi amici, parliamo molto di covid, di vaccini, dei nostri parenti in Italia e in Israele, cerco anche di capire il loro stato d’animo e di far sentire la mia vicinanza. Ma il nostro desiderio di rivederci in presenza, come quando non sapevamo cosa fosse il coronavirus; è molto forte, per questo dobbiamo avere fiducia e pazienza, perché sicuramente i nostri incontri del mercoledì mattina torneranno!!! Rosalba Calò

Aspettavo con impazienza il lunedì mattina per andare in Rsa a intrattenere i miei nonnini con il memory, ogni volta mi meravigliavo della loro spontaneità e della loro simpatia. Mi riempivano il cuore di felicità con i loro sorrisi e il loro affetto. Mi sento fortunata di averli conosciuti e di aver passato un po’ di tempo con loro. Non vedo l’ora che questo incubo finisca per tornare ad abbracciarli prestissimo! Eliane Leder

Riuscirà la navicella Bereshit a raggiungere la Luna? Mentre, col fiato sospeso, seguiamo l’avventura più ecologica della Storia dell’esplorazione dello spazio, gli ospiti condividono i loro ricordi di quando fu compiuto il proverbiale primo passo sulla Luna: i dialoghi sono magnifici. Per non dire del fiorire dell’immaginario alla lettura del National Geographic su Re Salomone e la Regina di Saba: degno della sceneggiatura di un film. Gli occhi brillano di curiosità nell’interrogarsi sull’orientamento degli animali migratori o sulla capacità di un fiore di disporre in modo ordinato i petali attorno alla corolla: come diamine fanno? Gli occhi luccicano, invece, di gioia e nostalgia nel girovagare per la Gerusalemme di Amos Oz, in compagnia del protagonista di Una pantera in cantina e del suo improbabile amico. Sono le “Letture curiose” della Residenza Arzaga: a raccontare, in teoria, dovrei essere io, ma subito i ruoli si rovesciano e sono io ad ascoltare racconti, pensieri, ricordi. Che ora mi mancano tantissimo. Così, ogni settimana metto da parte le fonti delle prossime “Letture curiose”, impaziente di riprenderle. Scelgo gli articoli, pensando agli ospiti: le poesie degli alberi piaceranno a E., O. sorriderà con le storie delle bambole; C. regalerà perle di saggezza su musica e riconciliazione; pregusto i sagaci commenti di L. sul cibo degli astronauti; M. ci porterà tutti con il cuore a Gerusalemme nel leggere una poesia di Yehuda Amichai. A presto, carissime e carissimi, aspettatemi e tenete in serbo per me qualche scintilla della vostra bella luce. Claudia Stucchi Mazzucato