Le voci dopo il voto

Dichiarazione di Roberto Liscia, leader di Com.Unità

La bipolarizzazione del voto non fa altro che fotografare la storia degli ultimi due anni, quella dello scontro tra due culture fortemente radicalizzate e contrapposte. Culture rappresentate dalle elezioni di ieri. Il risultato fotografa quindi una realtà di fatto, la contrapposizione ideologica estremizzata in due poli che hanno vinto sulla base di una campagna elettorale radicalizzata nello scontro laici/religiosi. Se si arriverà ad una gestione condivisa, quindi a una giunta bicolore, non potrà essere che un accordo politico per evitare conflitti, un patto di non belligeranza più che una vera alleanza sui principi.

La moderazione, la voglia che ho espresso in questi due anni di arrivare ad accordi concreti sulle cose da fare, non ha pagato, perché la storia crea le condizioni della realtà, e la realtà è polarizzata e e radicalizzata. Questo quadro esclude a priori le figure di moderazione. Queste elezioni dimostrano che la polarizzazione, il conflitto, è nella società, nella Comunità; non nelle persone che sedevano in Consiglio in questi ultimi due anni, ma nella società che lo ha espresso.

Interventi elezioni

Gabrielle Fellus

“E’ stata un’esperienza splendida, che ho vissuto con il sostegno di tante donne e tante persone. Credo ci sia stata una netta conferma della separazione fra il mondo religioso e laico, con una chiamata all’ultimo minuto, da entrambe le parti, di votare la propria lista per intero, andando così a scapito di chi intendeva dare il voto singolo. Si è insomma preferito lo schieramento e non le proposte singoler. Per quello che mi riguarda, sono disposta a partecipare all’attività del nuovo Consiglio se ci sarà una vera disponibilità a lavorare nella concretezza e non, invece, nella politica, sia sul fronte economico, che su quello del coinvolgimento dell’elettorato nelle diverse decisioni”.

Roberto Jarach

“Per prima cosa, bisogna trovare una linea anche ministeriale per reperire supporti economici che consentano di uscire dall’emergenza costante delle scuole ebraiche, dovuta alla mancanza dei numeri. Un altro aspetto di primo piano è il collegio rabbinico: oggi il rabbinato italiano sta vivendo una crisi, dovuta sia  alla crisi di vocazione, sia alla divisione delle strutture curriculari fra Milano, Tortino e Roma. Se è vero che oggi c’è una maggiore disponibilità nel Nord Italia di giovani interessati alla carriera rabbinica, si potrebbe anche pensare a una ridistribuzione delle strutture curriculari sul territorio. Infine, bisogna continuare a lavorare sul fronte delle relazioni pubbliche, sia nei rapporti con Israele che con le istituzioni italiane”.

Vanessa Alazraki

“Ho vissuto molto bene questa esperienza elettorale, perché mi sono proposta senza alcuna pretesa: se avessi avuto un riscontro, potevo andare avanti nelle mie intenzioni, altrimenti sarei tornata a fare la mia vita di mamma. Sono motivata a dare una mano alla Comunità e a capirne i problemi, e non penso che avere i figli a scuola sia una conditio sine qua non per poterlo fare. Sono una persona che ama questa Comunità, che ci vive, e che frequenta le sue diverse attività. E nella lista con cui mi sono candidata ho visto lo stesso amore e la stessa voglia di fare che mi animano. Nel Consiglio che si costituirà a breve, mi rendo disponibile collaborare sui diversi fronti, per trovare le vie migliori da percorrere. E con l’altra donna eletta, Claudia Terracina, non penso che ci faremo certo mettere i piedi in testa!”.