Raffele Besso, presidente Wellcommunity

Crisi in Comunità: parla Wellcommunity

di Redazione
Pubblichiamo la nota della Lista Wellcommunity in risposta alle dichiarazioni del presidente della CEM Milo Hasbani sull’attuale crisi del Consiglio della Comunità.

Cari tutti, vorremmo mettervi a conoscenza di quanto accaduto nelle ultime settimane, incontri,trattative e tentativi che purtroppo hanno confermato a nostro avviso  l’atteggiamento  di totale chiusura nei confronti del 49% della Comunità di Milano.
La Comunicazione del Presidente Milo Hasbani  non  corrispondende al vero e arriva,come la precedente,a trattative ancora non effettivamente chiuse.Questo ci lascia basiti per la seconda volta.
La proposta da lui attribuita alla lista Wellcommunity  è nella realtà una proposta di Rav Arbib inviata a tutte e due le liste e sulla quale stavamo lavorando. Era previsto un altro incontro  per cui ancora una volta rimaniamo esterrefatti che si utilizzi Facebook riportando verità parziali e mistificatorie di una mediazione accettata per non portare la nostra Comunità a nuove elezioni.  Il tutto purtroppo ha il sapore di una campagna elettorale già iniziata.
Cominciamo col dire che la comunicazione del ricorso ai probiviri del Presidente Milo Hasbani è stata fatta alla vigilia di un’incontro nel quale riponevamo speranze concrete di mediazione .
Un ricorso ai probiviri per una legge elettorale di cui lo stesso Milo Hasbani è responsabile  e che oggi lo vede fare ricorso contro se stesso  ha del paradossale.
Le nostre dimissioni non sono un ricatto, ma sono conseguenza inevitabile della totale esclusione ed emarginazione subite in Consiglio, che sono sfociate in seguito con la mozione di sfiducia nei confronti di un Portavoce che fin dal primo giorno abbiamo ritenuto  figura divisiva al fine di rappresentare l’intera Comunità.
Se almeno sul Portavoce e sulla presa di coscienza di quanto sia importante al fine di contrastare l’antisemitismo e antisionismo e di quanto sia  doverosa una comunicazione responsabile e lungimirante ci fosse stata apertura e volontà di venirsi incontro, non avremmo presentato le nostre dimissioni.
Altro fatto su cui non potevamo continuare a passare oltre era il fatto che si prendessero decisioni, venissero rilasciati comunicati senza metterci al corrente. Come membri del Consiglio rispondiamo legalmente esattamente come loro per eventuali conseguenze di scelte o decisioni.
Questi sono i fatti e di questo bisogna che gli iscritti siano a conoscenza.
La nostra ferma condanna di parole inaccettabili, che ricordiamo non essere state semplici critiche al Governo Israeliano da parte di un Consigliere, ma affermazioni che prestano il fianco all’antisemitismo contemporaneo da parte del Portavoce della Comunità, era stata resa nota su facebook settimane prima e ci aspettavamo quantomeno che la questione fosse affrontata con la serietà e con la responsabilità dovuta che la nostra Comunità merita.
In queste settimane Rav Arbib ha proposto un piano di mediazione sul quale cominciare a lavorare insieme. Ovvero, un Vice assessore per ogni assessore,  2 assessorati in Giunta e deleghe alla scuola.
Milano Ebraica non ha accettato di cedere i Vice assorati, tranne quello alla scuola ( imponendo loro il nome, in seguito modificato dopo un doveroso chiarimento tra le persone coinvolte), ai giovani e al bilancio. Su cultura e comunicazione non poteva esserci collaborazione invece . Noi pensiamo che i ruoli vadano dati tenendo conto delle specifiche competenze e esperienze di ognuno di noi. Non in base a personalismi, preferenze o simpatie. Avendo perso Ilan Boni nostro candidato per l’Assessorato ai giovani e Vanrssa Alazraky nel welfare abbiamo avanzato proposte serie e responsabili per l’effettiva messa in pratica del lavoro che siamo chiamati a ricoprire.
Per i due assessorati concessi abbiamo chiesto l’assessorato alla Comunicazione e al Culto.
Il Culto ci è stato consegnato  ma durante l’ultimo incontro ci è stato risposto che l’assessorato alla comunicazione non esisteva (??) e dal momento che nessuno di Milano Ebraica era disposto ad uscire dalla Giunta, avremmo dovuto inventarci un nuovo assessorato.
Le proposte che ci sono state fatte: 1) assessorato all’integrazione (?)
L’ altro da inventare.
Milano Ebraica ha concesso la Vice presidenza a Raffaele Besso ma non ci sembra una condizione sufficiente con questi presupposti.
In questi giorni abbiamo letto molti attacchi all’eticita’ della nostra persona basati sul fatto che prima di presentare una mozione di sfiducia sul portavoce ( non certamente un mistero perché anticipata su fb) abbiamo prima approvato la delibera per i contributi del 2020 e il Bilancio.Questo  e’ stato perché la nostra attenzione sul bilancio non è mai venuta meno negli anni passati e non lo sarà di certo sul presente.
In merito alla votazione per la rappresentante della Comunità per la Fondazione Scuola,  Wellcommunity non necessitava di voti, appunto perché rappresentante della lista Wellcommunity.
Ahavat Israel questo è il principio su cui si basa la nostra Comunità e non accettiamo che si incolpino  gli iscritti, ne su facebook, ne in Consiglio, ne altrove per un lontano deficit comunitario che purtroppo la nostra Comunità ha ereditato,  motivo per il quale un nostro valoroso candidato si dimise prima di noi.
Riassumendo, avevamo accettato due Assessorati, rinunciato alle deleghe sulla scuola e ai Vice Assessorati così come da proposta da Rav Arbib, anche se il tutto avrebbe garantito una reciprocità comunitaria sempre governata da Milano Ebraica.
Iniziare una campagna elettorale ancor prima della conclusione della mediazione e la caduta effettiva del Consiglio dimostra solo che la volontà è di andare a nuove elezioni.
Tanto ancora ci sarebbe da dire,ad esempio che ME pensava di proporre una Giunta a 9 per non dover lasciare nessun incarico . Che la delega per alcuni ordini di scuola  era un modello perseguito senza clamore e con buoni risultati dai precedenti assessore e vice assessore di due liste diverse, perciò non una scelta obbligata ma nemmeno scandalosa . Che le decisioni prese all’unanimità si possono contare in verità sulle dita di una mano.
Ma noi crediamo che finché la mediazione non sarà effettivamente ritenuta chiusa  tutto questo non faccia che allontanare l’esito a cui tutti sembrerebbero aspirare .
Per finire. Noi non parliamo di poltrone,che sono altresì posizioni scomode e di responsabilità. Noi abbiamo chiesto di lavorare,partecipare, essere messi al corrente,dare il nostro contributo come consiglieri eletti e persone che si sono messe in gioco per la propria comunità affrontando una campagna elettorale impegnativa. Forgiarsi del titolo di Consigliere CEM,senza sporcarsi le mani, credete,non è ciò che abbiamo mai  avuto in mente.
Lista Wellcommunity