Carne kasher: obiettivo raggiunto

Giunta e Consiglio

La scena che si spalancava davanti agli occhi domenica 3 aprile era surreale: allo spaccio dei prodotti per la Pasqua, code e ressa per accaparrarsi quarti di agnello, petti di pollo, fettine di vitello e manzo. Dove? Nella Comunità ebraica di Milano. Infatti l’idea dell’assessore Milo Hasbani di acquistare e rivendere carne kasher lePesach ad un prezzo inferiore a quello di mercato, non solo è riuscita ma è stata un vero successo.

In poco più di dieci giorni, sono stati venduti 2800 chili di carne, ad un prezzo tra il 30% e il 45% inferiore a quello richiesto nei negozi kasher a Milano.

La chiave di questo successo sta nel prezzo, ma anche nell’ottima qualità della carne. Come ci ha spiegato l’assessore Hasbani, si tratta infatti di carne inglese e con tutte le garanzie della kasherut lePesach. È carne fresca, congelata al momento per esigenze di trasporto e distribuzione.

“Dare a quante più famiglie è possibile l’opportunità di consumare carne kasher, era un impegno che mi ero assunto personalmente con gli elettori” ha detto Hasbani, “e sono felice di essere riuscito a mantenerlo”.

Il prezzo della carne kasher da diverso tempo costituiva un problema per molti ebrei milanesi, soprattutto da quando la crisi economica ha segnato un brutto momento per tanti di noi. “Sapevamo di numerose famiglie costrette a rinunciarvi loro malgrado per via del costo”, ci spiega Hasbani. “Così, con l’approvazione del rabbino capo di Milano Rav Alfonso Arbib e il supporto della Giunta, di Alfonso Sassun, Segretario Generale della Comunità e del personale dell’amministrazione, ci siamo attivati nella ricerca di fornitori che consentissero una rivendita a prezzi accessibili dalla maggior parte delle famiglie. Non è stata un’impresa semplice, ci abbiamo impiegato mesi”. Oltre al prezzo, infatti, bisognava tenere conto delle richieste del rabbinato e dei diversi livelli di kasherut.

“I primi contatti li abbiamo avuti con un fornitore polacco, nel novembre scorso. Le trattative erano a buon punto e anzi quasi concluse, senonché improvvisamente (e anche un po’ misteriosamente, a dir la verità), si sono interrotte. Così la ricerca è ricominciata da capo. Abbiamo chiesto consiglio al Concistoire di Parigi e poi al rabbinato di Strasburgo fino a che non siamo approdati a Manchester. Il prezzo qui era un po’ più alto di quello che ci offrivano in Polonia, ma considerata la qualità della carne e il livello Beith Yoseph della kasherut, abbiamo pensato che valesse la pena concludere l’affare”.

La Comunità di Milano è la prima in Italia a promuovere un’iniziativa di questo genere. Non solo: sono in corso trattative per fare in modo che Milano diventi in questo settore una capofila per comunità più piccole come Torino o Venezia. Contatti in questo senso sono in corso anche con la Comunità di Roma. Il tutto, naturalmente, in attesa di una Shechità a livello nazionale.

“Il nostro intento era di riportare la carne kasher nella maggior parte delle case degli ebrei milanesi, ci siamo riusciti e di questo ci sentiamo soddisfatti” ha concluso Hasbani.

Ma che cosa ne pensano gli utenti? “Sono molto contenta, è stata una bella iniziativa”, dice Malka, una famiglia di sei persone da mandare a tavola due volte al giorno. “Nel periodo di Pesach si mangia carne tutti i giorni, per la mitzvà di onorare la festa. Ogni anno la gente fa fatica, i prezzi sono troppo alti. Ho visto allo spaccio comunitario anche persone che di solito non mangiano carne kasher. Io ho pagato la metà di quello che pago di solito e la carne era buonissima. Però, per non far torto al mio fornitore abituale, ho comprato anche da lui. L’iniziativa della Comunità è stata sorprendente, ma sarebbe bello che ci si accordasse con i negozi che già ci sono, in modo che tutti siano contenti”. Già, ma i negozianti sono disposti ad un ricarico del venti per cento, quanto richiede la Comunità per tenere calmierato il prezzo? I tentativi di accordo che hanno preceduto la decisione di “fare da soli” e vendere direttamente la carne presso la Comunità, fanno pensare che i ricarichi che i commercianti applicano siano molto più alti.

Dispiace però rilevare che l’iniziativa della Comunità ebraica di Milano, volta non certo al profitto ma solo a fare in modo che tutti gli ebrei potessero rispettare la mitzvà della kasherut della carne per Pesach, senza dover accendere un mutuo, sia stata irrisa da alcuni commercianti : “Per chi si accontenta di una qualità inferiore, si può fare un prezzo basso”. “Ma altro che qualità inferiore!” dice David K. “La carne offerta in Comunità è ottima. Spero proprio che riescano a venderla tutto l’anno!”. Anche Smadar L. e Bruria S. sono pienamente soddisfatte: “La qualità è ottima e l’iniziativa della Comunità è fondamentale. Molti ormai rinunciano a mangiare carne più di una o due volte alla settimana, alternandola con il pesce, solo per via dei prezzi esosi”.

“Abbiamo ricevuto molti attestati di apprezzamento per la qualità e il costo della carne”, dice Alfonso Sassun che ha coordinato e appoggiato l’assessore Hasbani nella realizzazione dell’iniziativa. “Abbiamo ricevuto richieste anche di diverse Comunità che vorrebbero averla per i loro iscritti. In questo momento, con l’assessore Hasbani e il Rabbinato stiamo valutando le modalità di distribuzione della carne sia agli esercenti milanesi sia alle altre comunità, con l’impegno di mantere un alto standard qualitativo e di kashrut e il prezzo calmierato”.

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