Parashat Ki Tavò. Solo l’ascolto e la comprensione delle leggi di D-o portano all’obbedienza

Parashà della settimana

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Dio non è un tiranno, ma un insegnante. Egli cerca non solo la nostra obbedienza, ma anche la nostra comprensione. Tutte le nazioni hanno leggi, e le leggi vanno rispettate. Ma poche nazioni, se non Israele, fanno della comprensione del perché la legge sia come è, il compito più alto. Questo è ciò che la Torà intende con la parola shema.

Parasha

Parashat Ki Tetzé. Ci può essere vera libertà solo senza odio

Parashà della settimana

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Odio e libertà non possono coesistere. Un popolo libero non odia i suoi ex nemici; se lo fa, non è ancora pronto alla libertà. Per creare una società non persecutoria da persone che sono state perseguitate, bisogna spezzare le catene del passato; togliere alla memoria il suo pungolo; sublimare il dolore in energia costruttiva e nella determinazione di edificare un futuro diverso.

Parashat Shofetim: il Re non è al di sopra della Legge e deve essere benevolo e misericordioso con tutti

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
C’è un dettaglio affascinante nel passo riguardante il re nella Parashà di questa settimana. Il testo dice: “Quando si insedierà sul trono del suo regno, scriverà per sé una copia di questa Torà in un libro, davanti ai sacerdoti leviti. Essa starà con lui, ed egli la leggerà tutti i giorni della sua vita”

Parashat Rèe. D-o ci ha dato la libertà: usiamola per creare una società responsabile e giusta

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Se Dio è il nostro unico sovrano, allora ogni potere umano è delegato, limitato, soggetto a vincoli morali. Gli ebrei furono i primi a credere che un’intera nazione potesse governarsi in libertà e dignità eguale. Questo non ha a che fare con le forme politiche (monarchia, oligarchia, democrazia – gli ebrei le hanno provate tutte), ma con la responsabilità morale collettiva.

Parashat Ekev. Amore e giustizia, i pilastri dell’etica ebraica

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La giustizia senza amore è priva delle forze umanizzanti della compassione e della misericordia. Abbiamo bisogno di entrambe. Questa visione etica unica – l’amore di Dio per gli uomini e degli uomini per Dio, tradotto in un’etica di amore verso il prossimo e lo straniero – è il fondamento della civiltà occidentale e la sua gloria duratura.

Parasha

Parashat Vaetchanan. Grande, pur essendo numericamente il più piccolo: questo è il popolo ebraico

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Perché la Provvidenza Divina, o le scelte umane, o entrambe, hanno condotto il popolo ebraico a essere così piccolo? Forse perché, attraverso il popolo ebraico, Dio vuole comunicare all’umanità che non serve essere numerosi per essere grandi. Le nazioni non si giudicano in base alla loro dimensione, ma in base al loro contributo all’eredità umana.

Parasha

Parashat Devarim. Il pericolo per le società, nell’antichità come oggi: essere dominate da disonestà e corruzione

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Quando manca la moralità, e l’economia e la politica sono guidate solo dall’interesse personale, la fiducia si dissolve e il tessuto sociale si sfalda. È così che tutte le grandi potenze hanno iniziato la loro decadenza, e non ci sono eccezioni. A lungo termine, i fatti dimostrano che è più saggio seguire i profeti che i profitti.

Parashat Pinchas. La vendetta appartiene solo a D-o

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Nell’ebraismo siamo comandati a “camminare nelle vie di Dio” e a imitare i Suoi attributi. Ma questo non vale per l’esecuzione della punizione o la vendetta. Dio, che conosce tutto, può giudicare senza processo; noi, esseri umani, non possiamo farlo. Ci sono forme di giustizia che appartengono solo a Dio.

Balak e l'asina (dipinto di Rembrandt)

Parashat Balak. Essere alleati con Dio è quello che rende gli ebrei un popolo

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Ciò che rende gli ebrei “un popolo che dimora da solo, non annoverato fra le nazioni” è che la loro nazione non si fonda su geografia, politica o etnia, ma su una vocazione religiosa: quella di essere partner dell’alleanza con Dio, chiamati ad essere un esempio vivente di popolo tra i popoli, distinti per la loro fede e per il loro stile di vita.

(Foto: Tintoretto, Mosé colpisce la roccia)

Parashat Chukkat. Un leader e profeta come Mosè era prima di tutto un essere umano che soffre per il lutto dell’amata sorella

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Sì, Mosè fece cose che non avrebbe dovuto fare. Colpì la roccia, disse “noi” invece di “Dio”, perse la pazienza col popolo. Ma la vera storia è quella di Mosè essere umano, travolto dal dolore, vulnerabile, esposto, immerso in un vortice di emozioni, improvvisamente privato della presenza di sua sorella che era stata la nota di fondo più profonda della sua vita.

Parashat Korach. Il vero leader non si pone sopra gli altri, ma deve guidarli come un gruppo

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Korach pensava che i leader fossero coloro che si innalzano sopra l’assemblea. Aveva ragione nel dire che questo tipo di sovrano non ha posto nel giudaismo. Siamo tutti chiamati a essere servi di Dio. La leadership non riguarda lo status, ma la funzione. Senza leadership, il popolo ebraico è solo un popolo, un gruppo etnico, non una nazione santa.