Attualità e news

Le Ragioni di Israele, il Riformista e la sfida controcorrente dell’informazione

Eventi

di David Fiorentini
In un’epoca in cui la narrazione mediatica sul conflitto israelo-palestinese tende a polarizzarsi, inseguendo un flusso costante di immagini e retoriche divisive, c’è chi decide di dare spazio a un racconto controcorrente. È il caso de Il Riformista, quotidiano diretto da un anno da Claudio Velardi, che ha scelto con coraggio di dedicare quotidianamente almeno una pagina a Israele e alle sue ragioni.

“Basta con le menzogne e basta con l’estremismo”: oltre 400 star di Hollywood firmano la lettera aperta contro le proteste anti-Israeliane

Personaggi e Storie

di Pietro Baragiola
Sostenuta da personalità di spicco tra cui l’imprenditore televisivo Haim Saban, l’attrice Patricia Heaton e gli amministratori delegati di Mattel, Warner Records e Fox Entertainment Global, la lettera accusa le campagne anti-Israele di diffondere disinformazione, giustificare le atrocità di Hamas e mettere in pericolo gli ebrei in tutto il mondo.

A Parigi imbrattati di verde gli edifici delle istituzioni ebraiche

Mondo

di Nina Prenda
Attorno alle 4:30 della mattina, un uomo interamente vestito di nero è stato filmato dalle telecamere di sorveglianza mentre cospargeva di vernice gli edifici. Tutte le azioni sono avvenute nel Marais: il tempio di rue des Tournelles, il memoriale della Shoah, il tempio Agoudas Hakehilos e il ristorante “Chez Marianne”.

Tregua a Gaza: nuova proposta USA, risposte contrastanti da Hamas e Israele 

Mondo

di Anna Balestrieri
La proposta include la liberazione iniziale di dieci ostaggi vivi in cambio del rilascio di 125 prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo, di oltre 1.100 detenuti arrestati dopo il 7/10/2023 e della restituzione di 180 corpi di palestinesi uccisi. Hamas restituirebbe anche le salme di 18 ostaggi israeliani. Ma il rifiuto di Hamas tiene in stallo l’accordo.

Colorado: molotov contro gli ebrei alla manifestazione per gli ostaggi

Mondo

di Nathan Greppi
Mohamed Sabry Soliman, 45 anni, ha detto agli investigatori che voleva “uccidere tutti i sionisti”. I tribunali statale e federale lo accusano di tentato omicidio, aggressione e crimine d’odio federale. Inoltre, le autorità federali hanno detto che Soliman si trovava nel paese illegalmente, dato che sia il visto turistico che il permesso di lavoro erano scaduti.

La guerra è dura, devastante e anche ingiusta; ma a volte è necessaria, quando si viene attaccati. In Israele, come in Ucraina, si deve restare uniti per vincere

Taccuino

di Paolo Salom
[Voci dal lontano Occidente] Nelle scorse settimane un comandante di Hamas, il capo di una brigata di Rafah, si è arreso ai soldati di Tsahal. Aveva preso parte all’orrendo attacco del 7 ottobre e poi aveva anche – con i suoi uomini si intende – sorvegliato alcuni ostaggi israeliani. Inizio da questo dato di cronaca per provare a districarmi nella complessità di un conflitto

Giovedì 6 giugno al Teatro Franco Parenti manifestazione “Due popoli. Due Stati. Un destino”

Eventi

di Redazione
All’evento, organizzato da Azione, Italia Viva e Sinistra per Israele, i riformisti dem, più Europa, porteranno la loro testimonianza due ospiti d’eccezione: l’ex ostaggio Aviva Siegel, rapita dal Kibbutz Kfar Aza il 7 ottobre, rilasciata nel novembre 2023 che per la prima volta parlerà in Italia, moglie di Keith rilasciato il 1 febbraio 2025, dopo 484 giorni di cattività e il dissidente palestinese Hamza Howidy, attivista per i diritti umani. Prevista anche una “contromanifestazione” di Pro Israele e Brigata Ebraica

Fake News ritrattata: i media internazionali smentiscono la notizia dell’attacco israeliano al centro di aiuti di Rafah

Mondo

di Pietro Baragiola
Martedì 3 giugno, la Gaza Humanitarian Foundation (GHF) ha diffuso immagini delle telecamere di sicurezza provenienti dal sito del presunto incidente, mostrando che non si è verificato alcun attacco di questo tipo e smentendo tutte le accuse. Tuttavia, la fake news era già stata condivisa da molti media internazionali che l’hanno diffusa senza prima effettuare alcuna verifica, scatenando così numerose critiche nei confronti di Israele.

Hamas e la fame come strategia

Mondo

di Davide Cucciati
La crisi alimentare a Gaza non è dipesa dalla quantità totale di cibo entrato bensì dalla sua distribuzione effettiva. Hamas si comporta come ogni regime autoritario in tempi di guerra: non distribuisce gli aiuti, li seleziona, li dirige, li usa. Lo fa mentre contratta con attori regionali e internazionali mantenendo un ruolo ambiguo e sfuggente.