di Rav Jonathan Sacks (a cura di Lidia Calò)
Ognuno di noi può crescere e migliorarsi: basta che lo voglia intensamente. Uno degli ultimi messaggi per Yom Kippur di rav Jonathan Sacks z”l
Ebraismo
Shavuot: fare spazio alla Torà, nel cuore e nella mente. Ciascuno a suo modo
di Daniele Cohenca
Per capire la Torà, per fare propria l’essenza divina che è inclusa nella Torà stessa, è necessario rimuovere gli impedimenti intellettuali, psicologici e materiali che ci impediscono di acquisirne l’integrità.
Il Capodanno degli alberi: Tu BiShvat
di Sofia Tranchina
Con il giungere al termine della stagione delle piogge, quando il suolo è ben umido e i primi frutti iniziano ad apparire sugli alberi, gli ebrei festeggiano il capodanno degli alberi: Tu Bishvat. Il 15 del mese di Shevat, infatti, quando le piogge cessano, gli alberi si risvegliano dal riposo invernale e ricominciano a fruttificare.
Chanukkà: come lottare e difendere il diritto di essere diversi
di Rav Roberto Della Rocca
Gli ebrei come la luna. L’astro notturno che si nasconde, poi cresce e splende. La sua luce che illumina un’identità difesa a tutti i costi, contro l’omologazione culturale e religiosa. Nel nuovo libro di Rav Roberto Della Rocca, Camminare nel tempo (Giuntina), c’è un insegnamento di grande attualità
Hosha’anà Rabbà, la notte del grande sigillo
di Rav Roberto Della Rocca
L’importanza del settimo giorno di Sukkot, che quest’anno cade domenica 20 ottobre, chiamato Kippur Qatan, sta nel concetto di saper fare Teshuvà besimchà.
Invocazione delle piogge: perché una preghiera ebraica cade sempre in una data gregoriana? Un’analisi
di Giorgio Foa
Perché la preghiera dell’Amidà si legge sempre il 4 dicembre? Una riflessione attraverso la storia, e i calendari diversi….
Ripensare se stessi a Rosh Hashanà, un esame di coscienza personale e collettivo
di Rav Alfonso Arbib, Rabbino capo della Comunità di Milano
Nel pensiero ebraico nessuno può dire “io vivo la mia vita”, perché la vita degli altri è anche la nostra. Perché il mondo umano poggia su tre cose: sulla Torà, sulla tefillà e sulla ghemilùt chassadim (far del bene al prossimo). Le feste solenni come check point etico-morale, comportamentale, interiore
Il dono più grande che si possa fare è il proprio tempo e la propria attenzione
di Ester Moscati
Il Servizio sociale della Comunità è un punto di riferimento per tutti, dagli iscritti agli enti ebraici, dagli anziani alle famiglie, dai fragili a chi ha bisogno (solo) di compagnia contro la solitudine
Il Bene fatto bene, ecco i protagonisti: associazioni, beneficenza, solidarietà
di Sofia Tranchina
Tempo, attenzione, idee: dedicarsi agli altri vuol dire mettere in circolo nuove forze e energie, guardare agli Altri come parte di noi, e a noi stessi come parte di un Tutto. Molti enti, associazioni ebraiche e movimenti giovanili si impegnano nell’aiuto del prossimo.
Volontariato Federica Sharon Biazzi: da vent’anni, un aiuto a chi ne ha bisogno
di Ester Moscati
Una presenza concreta contro la solitudine, riconosciuta da Comune e Protezione civile. Lo scopo è quello di «sostenere, confortare e stare vicino alle persone».
Tzedakà: aiutare gli altri per trovare il proprio posto nel mondo e “salvare” se stessi (forse)
di Ilaria Myr
Non solo pietà o carità ma autentica norma etica, atto di giustizia e pietra angolare della società civile. La Tzedakà e la ghemilut hasadim sono una costante di tutte le feste ebraiche
Cani, gatti, pesci rossi… Da rispettare, amare, nutrire “prima di noi”, come insegnano i nostri Maestri
di Marina Gersony, Ilaria Ester Ramazzotti e Sofia Tranchina
Per sopportare meglio la solitudine del lockdown molti hanno “adottato” cani e gatti. La normativa ebraica prescrive la misericordia e il rispetto per gli animali e i loro sentimenti. Perché i pet (ma anche mucche, vitelli, asini…) provano emozioni e hanno molto da insegnarci