di Ilaria Ester Ramazzotti
Costruito nell’800, rappresenta uno degli ultimi originali esempi di come erano le case del ghetto prima dei progetti di riqualificazione della zona promossi alla fine del XIX secolo. Fu sede del movimento esoterico Teosofico e della taverna del canoista campione olimpico Tamás Wichmann.
Articoli scritti da Ilaria Myr
“Nedo Fiano: era il mio nonno speciale”
di Roberto Zadik
Un uomo rispettoso, amante della vita e della famiglia; un nonno rispettato e amato. Questo il ritratto inedito che uno dei nipoti fa di Nedo Fiano, sopravvissuto alla Shoah, scomparso di recente.
Il 24 gennaio conferenza online sul negazionismo
Conferenza online su ‘Il negazionismo’ organizzata dall’Assessorato alla cultura ebraica di Milano. Domenica 24 gennaio alle ore 17.00, a cura di Claudio Vercelli.
Le attività digitali del Memoriale della Shoah per il 27 gennaio 2021
di Redazione
“Per la prima volta proporremo una visita guidata tutta online, gratuita e facilmente accessibile per l’intera giornata del 27 gennaio, visibile sui nostri canali social”, spiega il presidente Roberto Jarach.
Emanuele Fiano presenta il libro ‘Il profumo di mio padre. L’eredità di un figlio della Shoah’, dedicato a papà Nedo
di Ilaria Ester Ramazzotti
Il libro, presentato il 18 gennaio dall’autore, parla di cosa significa fare memoria, di Shoah e dell’essere figlio di un sopravvissuto. Insieme all’autore hanno partecipato Maurizio Molinari e Pierluigi Battista, seguiti da un video inviato da Liliana Segre.
Il cinema della Shoah, un dibattito
di Nathan Greppi
Come si può rappresentare l’orrore senza banalizzarlo o spettacolarizzarlo? Quali film arricchiscono la conoscenza storica, e in che modo? Se ne è parlato domenica 17 dicembre nel corso del dibattito su Zoom La cinematografia dell’Olocausto, organizzato da Kesher in collaborazione con la Fondazione CDEC.
A Buchenwald i visitatori fanno sport: protesta della Fondazione del campo di concentramento
di Roberto Zadik
Alcuni visitatori del campo di concentramento tedesco si sarebbero divertiti nella neve con tanto di slittini e racchette da sci, seminando indignazione e polemiche. “Un disturbo alla pace dei morti” ha commentato il direttore della Fondazione Buchenwald.
I nostri movimenti giovanili in prima linea per la solidarietà
di Redazione
Domenica 17 gennaio alla raccolta in favore dei senzatetto c’erano anche i movimenti giovanili della Comunità ebraica di Milano, Bené Akiva e Hashomer Hatzair a raccogliere e smistare i numerosissimi pacchi che i milanesi portavano per aiutare chi ha più bisogno.
‘Il profumo di mio padre’: alle 18.30 Emanuele Fiano presenta il suo libro sul padre Nedo
Partecipano, oltre all’autore, la senatrice Liliana Segre, Pierluigi Battista e Maurizio Molinari. L’evento sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook dell’Associazione Figli della Shoah, su quella di Emanuele Fiano e di Edizioni Piemme.
“È come se fossero entrati in casa mia”: Parla la figlia di Lia Tagliacozzo dopo l’incursione su Zoom di neonazisti
di Nathan Greppi
“È stato orribile: la cosa peggiore è che, trovandoci in casa nostra, ci sentivamo al sicuro. Per questo veder irrompere questa gente e sentire certe frasi è stato ancora più brutto, visto che all’inizio era una situazione tranquilla”. Parla così a Mosaico Sara De Benedictis, figlia di Lia Tagliacozzo, dopo che domenica 10 gennaio un gruppo di neonazisti è entrato in un evento su Zoom durante la presentazione del saggio sulla Shoah La generazione del deserto della madre gridando invettive antisemite quali “Ebrei ai forni!” e “Vi bruceremo tutti!”, nascondendosi dietro immagini di svastiche e foto di Hitler. L’evento, organizzato dal Gruppo studi ebraici di Torino e dall’Istoreto (Istituto Piemontese di Storia della Resistenza), verteva sul libro in cui la Tagliacozzo parla della generazione dei figli di sopravvissuti alla Shoah, partendo dalla propria esperienza personale.
Sul suo profilo Facebook, Sara De Benedictis aveva già espresso la propria indignazione all’indomani dei fatti. “Sono Sara, sono ebrea, figlia di madre ebrea. Laica, anzi lontana dalla religione, anzi molto critica nei confronti dell’ebraismo. Sono nipote di sopravvissuti alla shoa, la mia famiglia è stata dilaniata e dimezzata dalle persecuzioni razziali, vivo tutt’ora nella casa dove i nazisti vennero a bussare e a portare via la mia famiglia, compresa Ada. Una bambina dai capelli scuri e il viso dolce, potevo essere io. Sono temi della mia quotidianità. Vivo immersa nella coscienza della seconda generazione. Mia mamma scrive di questo e mio nonno gira per le scuole a parlare di shoa (sono sempre stata molto critica, ho sempre detto “basta parlare di ebrei, basta parlare di shoa!) Sono conversazioni frequenti in casa mia. Ci sono “abituata”. Non mi sconvolge parlare dei miei morti. Ma quello che è successo oggi mi ha sconvolta. Questa volta è stato diverso. Questa volta era diretto proprio a me, proprio a “noi”, per il fatto di essere ebrei. Io seduta nella mia stanza ad ascoltare mia madre e questi stronzi sono riusciti in questo modo ad entrare nella mia casa, un’altra volta. Non mi era mai successo. Non così. Non mi hanno mai augurato di finire nei forni. Non davanti alla mia mamma (….). Oggi ho capito quanto siano importanti le lotte per l’uguaglianza, per i diritti, l’equità e l’accoglienza. E non perché sono ebrea, forse anche, ma soprattutto perché sono un essere umano. Oggi ho capito che sta a me, Sara, costruire un mondo in cui questi sporchi fascisti e neonazisti che mi vogliono nei forni spariscano”.
Lo zoombombing
L’accaduto si inserisce in un fenomeno più ampio, detto “zoombombing”, nel quale provocatori estremisti si infiltrano in eventi su Zoom per fare dei veri e propri “raid telematici” per interrompere o destabilizzare l’evento lanciando insulti. La Tagliacozzo, tuttavia, non si è lasciata intimidire, spiegando ai media che “dopo quei due deliranti minuti che hanno visto protagonisti questi vili e codardi odiatori, la presentazione è proseguita in modo naturale. Con più gente di prima. È così che dobbiamo vedere questa vicenda, guardando avanti, con la consapevolezza che dobbiamo continuare a lottare.”
Non sono mancate parole di sostegno da parte delle istituzioni, tra cui l’ANPI, la CEI attraverso le parole di Monsignor Ambrogio Spreafico, e dell’Università di Macerata (dove insegna il marito della Tagliacozzo). Tra i primi a raccontare i fatti sono stati, sulle loro pagine Facebook, i figli della Tagliacozzo, Sara e Daniele De Benedictis, anch’essi presenti quando è successo.
Canada: imbrattata di svastiche la sinagoga preferita di Leonard Cohen
di Roberto Zadik
L’autore di questo spregevole gesto è stato prontamente arrestato dalle forze dell’ordine canadesi dopo essere stato bloccato dalle guardie fuori dallo stabile.
L’altra faccia di Coco Chanel, l’amante di un nazista che volle usurpare un’azienda ebraica
di Ilaria Myr
Di Coco Chanel spia nazista si è già detto molto. Oggi nuove rivelazioni: sfruttò le leggi antiebraiche per appropriarsi di un’azienda di profumi appartenente a ebrei