L'agente israeliano Eli Cohen, di cui la moglie chiede le spoglie al presidente siriano Bashar el-Assad

La vedova della spia Eli Cohen implora Assad di restituirle la salma del marito

di Nathan Greppi
Nadia Cohen, vedova dell’agente segreto israeliano Eli Cohen, catturato e impiccato in Siria nel 1965 (nella foto durante il processo), nel corso di una conferenza ha rilasciato una dichiarazione pubblica diretta al presidente siriano Bashar al-Assad, per chiedergli di ridarle la salma di suo marito affinché venga sepolta in Israele.

Secondo Ynetnews, la dichiarazione è avvenuta durante la Conferenza Internazionale Multidisciplinare sulla cura delle ferite in guerra, tenutasi al Centro Medico della Galilea nella città israeliana di Nahariya. Rivolgendosi al presidente siriano, la Cohen ha detto “ti imploro, ti supplico di rilasciare i resti di Eli. Ho 83 anni, guardaci e perdonaci.” Ha aggiunto anche: “Ringrazio coloro che hanno avuto l’idea di rivolgermi al cuore di Assad. 18 anni fa gli ho mandato foto delle lettere assieme alle foto dei nostri figli e nipoti per addolcire il suo cuore affinché liberi il corpo di Eli. Mi sono commossa quando mi ha risposto: ‘A tempo debito.’ Quelle parole mi hanno consolato.”

“Nel frattempo – ha continuato la Cohen – il tempo è trascorso, e Assad ha attraversato un duro cammino – è scoppiata una rivoluzione nel suo paese. Presidente Assad, il tuo popolo, il popolo a cui tieni tanto, ha pagato un alto prezzo. Mi rivolgo a te con amore e desiderio di pace: Eli era un angelo che venne in questo mondo per adempiere a un certo compito, proteggere il suo paese e il suo popolo. Lui adorava Israele e il lembo di terra che abbiamo ricevuto. Era un sionista che ha aiutato lo Stato d’Israele e si è lasciato dietro tre figli che non l’hanno mai conosciuto.”

La conferenza è stata organizzata dopo che più di 6000 persone ferite nel corso della Guerra Civile Siriana hanno ricevute cure mediche in Israele, e di questi la metà è stata ricoverata nel Centro Medico della Galilea. In particolare, per la prima volta un rifugiato siriano con la faccia fortemente danneggiata ha ricevuto una completa ricostruzione facciale.

Quando Nadia Cohen ha terminato il suo discorso, il direttore dell’ospedale, Masad Barhoum, ha chiesto al pubblico di applaudire. Barhoum ha affermato di simpatizzare per l’appello della Cohen, e anche lui si è rivolto ad Assad parlando in arabo, dichiarando che ciò che Israele ha fatto per i rifugiati siriani è la più grande operazione umanitaria nella storia del piccolo paese. Infatti, l’ospedale da campo allestito per l’occasione è stato riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità come il più avanzato al mondo.

(Foto di Getty Images, da Times of Israel)