di Redazione
«Il Commentario al Pentateuco di Rashi stampato a Reggio Calabria dal tipografo Avraham Ben Garton nel 1475 fu salvato miracolosamente da un bibliotecario di Parma grazie anche all’aiuto da un gruppo di suore di clausura. Il fatto avvenne nel 1943 quando i nazisti arrivarono alla Biblioteca Palatina della Pilotta di Parma per bruciare tutti i libri ebraici ma alla fine non trovarono nulla». A rivelarlo, in un documentario realizzato da Klaus Davi che verrà presentato a ottobre, è il politico italo-israeliano Roberto Della Rocca, Presidente della associazione israeliana per la sicurezza e la qualità alimentare.

Della Rocca, milanese di nascita che oggi vive nella cittadina israeliana di Ramat Gan, racconta che circa 25 anni fa, mentre svolgeva l’attività di guida professionale per un gruppo di 20/25 israeliani nei caseifici del Nord Italia, si ritrovò a fare anche la guida turistica e, dopo aver visitato i caseifici di Parma la mattina, nel pomeriggio si recarono al Palazzo della Pilotta, dove viveva la Duchessa del Granducato di Parma, in cui ad attenderli c’era una guida italiana: «Scoprimmo che nella bellissima Biblioteca Palatina del palazzo era custodita una preziosissima collezione di libri in ebraico. Ma perché c’è questa collezione di libri ebraici nel Palazzo della Pilotta? Perché il Cappellano della Duchessa di Parma aveva studiato l’ebraico e aveva collezionato questi libri che erano arrivati praticamente fino alla seconda guerra mondiale; il direttore della biblioteca ha scoperto che i nazisti cercavano i libri in ebraico per bruciarli e ha avuto il lampo di genio di farli mettere dentro delle casse, le ha fatte sparire e le ha mandate in un convento di suore fuori Parma nascoste nei seminterrati. Quando sono arrivati nel ’43 i nazisti, sono arrivati a colpo sicuro sapendo che c’era una collezione, ma il direttore disse loro: “No guardi, non c’è nessun libro in ebraico qua. Forse li avranno rubati, è periodo di guerra”. Così non successe nulla. Insomma, grazie a questo direttore della biblioteca nel 1943, di cui non so il nome ma sarebbe il caso di trovarlo, la collezione si è salvata».
Della Rocca prosegue raccontando cosa successe quando entrarono nella Biblioteca: «Dopo essere riusciti a entrare nella bellissima Biblioteca Palatina, la persona incaricata di curare la collezione in ebraico ci fece entrare in una sala laterale piena di affreschi, poi ci disse di attendere qualche minuto. Poco dopo la signora arrivò con un carrello in cui c’erano parecchie cose dentro. Iniziò facendoci vedere un manoscritto del 1200, bellissimo, tutti i disegni, cose pazzesche. A un certo punto ci diede un libro stampato, grigio, niente di interessante. Lei spiegò: “Questo è il pezzo più raro che abbiamo nella collezione. È il più raro perché questo è il primo libro stampato assolutamente in ebraico 4 anni dopo che Gutenberg aveva inventato la stampa ed è stato stampato a Reggio Calabria”. Perché Reggio Calabria? Perché gli ebrei decisero di fare questa prova in una delle comunità più piccole che c’erano, quella di Reggio Calabria, che esisteva ma era molto piccola, non era Roma, non era Venezia, non era Genova, non era Livorno. Così il Commentario al Pentateuco di Rashi stampato a Reggio Calabria 4 anni dopo l’invenzione della stampa da parte di Gutenberg è giunto fino a noi».