L’ex ostaggio israelo-britannica Emily Damari critica Starmer: “Riconoscere la Palestina non favorisce la pace, ma premia il terrorismo”

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di Maia Principe
L’ex ostaggio, sopravvissuta a 471 giorni di prigionia nelle mani di Hamas, non nasconde il suo dolore di fronte a quello che considera un tradimento del premier britannico. “In qualità di cittadina britannica e israeliana, ed ex ostaggio di Hamas, sono profondamente rattristata dalla decisione del Primo Ministro”.

La decisione del primo ministro britannico Keir Starmer di riconoscere uno Stato palestinese continua a suscitare reazioni accese. Tra le più significative c’è quella di Emily Damari, cittadina israelo-britannica sopravvissuta a 471 giorni di prigionia nelle mani di Hamas, che ha espresso sui social network la sua profonda indignazione. Lo riporta i24news.

“Questa non è diplomazia, è un fallimento morale”, scrive con forza. Paragonando la situazione attuale a quella della Seconda Guerra Mondiale, si rivolge direttamente al capo del governo britannico: “Se fosse stato al potere all’epoca, avrebbe invocato il riconoscimento del controllo nazista su paesi occupati come la Francia, la Polonia o i Paesi Bassi?”.

Emily Damari non nasconde il suo dolore di fronte a quello che considera un tradimento. “In qualità di cittadina britannica e israeliana, ed ex ostaggio di Hamas, sono profondamente rattristata dalla decisione del Primo Ministro. Questo riconoscimento non favorisce la pace, ma premia il terrorismo”.

 

 

Secondo lei, riconoscere uno Stato palestinese mentre Hamas controlla ancora la Striscia di Gaza equivale a inviare un messaggio pericoloso: «che la violenza paga». Accusa Keir Starmer di legittimare un’entità che continua a seminare il terrore, prolungando così il conflitto invece di risolverlo. «Una decisione del genere non rafforza i moderati, ma incoraggia gli estremisti», avverte. “Non state promuovendo una soluzione, la state condannando”. Nel suo messaggio, conclude senza mezzi termini: “Vergogna, signor Primo Ministro”.

Il post, ampiamente condiviso e commentato, sottolinea l’emozione e la rabbia di molte famiglie di ostaggi e vittime del terrorismo. Mentre il riconoscimento di uno Stato palestinese divide la scena internazionale, testimonianze come quella di Emily Damari ricordano che dietro le decisioni politiche si nascondono drammi umani profondi.