Una vignetta antisemita sugli ebrei che causano il coronavirus

Coronavirus, antisemitismo e cospirativismo: per i giornalisti palestinesi è un’arma biologica usata dagli Usa e da Israele

di Ilaria Ester Ramazzotti
Nei giorni del coronavirus, non sono mancate teorie cospirative, opinioni condite da pregiudizi e usi strumentali delle notizie. Alcune opinioni pubblicate da media arabi e palestinesi accusano Israele e gli Stati Uniti di usare il coronavirus come arma biologica contro la Cina, l’Iran, la Russia o l’Europa e per potenziare i loro interessi nazionali. Riportiamo alcune di queste voci, di cui ha parlato sul suo sito MEMRI, The Middle East Media Research Institute.

“Il coronavirus è un’arma biologica impiegata da Usa e Israele contro Cina e Iran”

Secondo Rasem ‘Abidat, attivista del Fronte popolare per la liberazione della Palestina e editorialista del quotidiano palestinese Al-Quds, con sede a Gerusalemme est, il coronavirus sarebbe “un’arma biologica che gli Stati Uniti e Israele avrebbero deciso di impiegare contro la Cina e contro l’Iran, non essendo riusciti a danneggiarli con mezzi convenzionali”. Gli Stati Uniti, volendo “preservare i loro interessi e il loro dominio economico globale” vorrebbero così colpire “la Cina che, in quanto attore economico in crescita, aspira a diventare la superpotenza economica mondiale nei prossimi dieci anni e si pone come una seria minaccia per l’economia e gli interessi americani”. La stessa arma sarebbe stata usata contro l’Iran, visto che le sanzioni subite non sono riuscite a impedire il suo consolidamento come potenza regionale. Ciò pone la domanda – scrive l’editorialista di Al-Quds -: gli Stati Uniti e Israele hanno scelto l’opzione della guerra biologica diffondendo il coronavirus, che può dare un duro colpo alla Cina e all’Iran”?

“L’élite americana usa il coronavirus per riprogrammare l’economia globale”

‘Abd Al-Muwati Al-Sadeq, che scrive sul sito web palestinese di Amad, ha affermato che il deep state che controlla gli Stati Uniti sta usando il virus come arma biologica. “Sono convinto che esista un deep state che controlla la maggior parte degli eventi nel mondo. Anche se, supponiamo, per amor di discussione, che questo virus maledetto non sia stato prodotto nei laboratori americani, sono sicuro che il deep state che controlla gli Stati Uniti” ha fatto la sua parte per “scatenare una feroce guerra contro le economie del mondo, in particolare quelle di Cina, Iran, Russia ed Europa, in modo da riprogrammare l’economia mondiale”. La migliore prova, secondo questo giornalista, sarebbe la diffusione del panico attraverso i media, “in conformità con le istruzioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che è essa stessa parte del deep state. Queste misure hanno causato la perdita di miliardi di dollari negli Stati presi di mira – ha evidenziato -. È noto che i rapporti medici e le statistiche mostrano che il tasso di mortalità di virus è molto più basso di quello di altre epidemie, sia virali che non virali. Ad esempio, secondo i rapporti internazionali, il numero di persone che muoiono di fame [nel mondo] è di 28.000 al giorno”.

“Il Mossad e la CIA diffondono il virus a beneficio di Israele e di Trump”

As’ad Al-Zouni, giornalista giordano di origine palestinese, ha scritto sul sito web palestinese Dunya Al-Watan che gli ebrei e la CIA sarebbero responsabili della diffusione del virus: “Il coronavirus, che si sta diffondendo in tutto il mondo è apparso in Cina lo stesso giorno in cui il presidente Trump ha firmato un accordo commerciale con quel gigantesco paese; non può essere considerato un evento completamente casuale”. Inoltre, “vogliono […] dichiarare l’istituzione del più grande regno ebraico di Israele, vivendo in un’atmosfera di una terza guerra mondiale […], mentre la stagnazione economica peggiora di giorno in giorno a causa dell’aumento dei prezzi e della stagnazione politica”. Fra le altre cose, il redattore ha aggiunto anche qualcosa a proposito del nostro paese: “Non rivelo alcun segreto quando dico che il virus si è diffuso in Italia come atto di vendetta nei suoi confronti, per aver recentemente firmato accordi commerciali e intese con la Cina”.

Coronavirus, l’antisemitismo corre attraverso i social media

A proposito di queste e altre teorie, in un’opinione pubblicata sul Jerusalem Post dello scorso 24 marzo, Emily Schrader ha sottolineato: “La piaga dell’antisemitismo è un problema attuale sui social media, poiché i social media forniscono una piattaforma senza censure e talvolta anonima per comunicare in tutto il mondo. Ma questa pandemia globale ha dimostrato, in pochi giorni, che l’antisemitismo oggi fiorisce non solo dai soliti islamici neonazisti o radicali, ma dal grande pubblico, leader mondiali, giornalisti, attivisti per i diritti umani e altro ancora. Ancora una volta, l’ossessione irrazionale per gli ebrei dimostra che l’antisemitismo non è un problema marginale, ma oltremodo diffuso”.