Zio Mac contro la Kashrut

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Londra / In crisi la Shechità.

A Londra Mc Donald’s è sotto accusa: per anni la famosa catena di fast food ha bandito la carne hallal e quella kasher perché convinta che questi metodi di macellazione facciano soffrire gli animali. Una posizione senza dubbio opinabile – si sa che la shechità è preferita proprio perché riduce i tempi di sofferenza della bestia – che si è però andata radicalizzando di recente in seguito a un fatto di cronaca. Ha infatti fatto grande scalpore in tutto il Regno Unito la notizia che in alcuni dei suoi ristoranti veniva servita carne hallal. Di qui le scuse dell’azienda, e la decisione di non rifornirsi più dagli stabilimenti che praticano nell’operazione di macellazione non solo le usanze musulmane, ma anche quelle ebraiche. Il risultato è che anche la Slaney Food, grande protagonista del mercato situato in Irlanda e fornitore di moltissime macellerie ebraiche, ha dovuto cedere alla pressioni e ha smesso di produrre carne kasher. La conseguenza diretta di questi fatti è una notevole riduzione della fornitura di carne kasher in tutta la Gran Bretagna, che va a penalizzare l’intera comunità dell’isola. Esplicativa è la dichiarazione di Jacky Lipowicz, direttore del Kosher Licensed Butchers’ Association: “La Shechita è ancora una volta bersaglio di minacce che durano da tempo e che hanno portato alla tragica attuale situazione”. La vicenda britannica è solo l’ultima, in ordine tempo, a riportare in prima pagina la macellazione kasher. Come non ricordare, ad esempio, la recente abolizione della shechità in Nuova Zelanda? Una decisione, questa, che, come raccontato anche nell’ultimo Bollettino, ha suscitato molte polemiche e la ferrea presa di posizione della comunità ebraica locale.