di Anna Balestrieri
Gli uffici parigini della compagnia aerea israeliana El Al sono stati vandalizzati nella notte tra mercoledì e giovedì. Le porte e le pareti dell’edificio sono state imbrattate con vernice rossa e scritte pro-palestinesi, tra cui “Free Palestine” e “El Al genocide airline”. L’episodio è avvenuto mentre i locali erano vuoti e non ha messo in pericolo il personale.
Reazioni ufficiali e condanna dell’atto
Il ministro dei Trasporti francese Philippe Tabarot ha definito l’accaduto un atto di vandalismo e ha ribadito che “gli atti di odio e antisemitismo non hanno posto in Francia”. Le autorità di Parigi hanno aperto un’inchiesta per danneggiamento aggravato da motivi di razza, etnia, nazionalità o religione.
Dal canto suo, El Al ha dichiarato di considerare l’episodio “grave” e di collaborare con le autorità francesi e israeliane. La compagnia ha deciso di sospendere temporaneamente la presenza del proprio personale a Parigi, affidando l’assistenza ai passeggeri a un’azienda esterna.
La posizione israeliana
L’ambasciata israeliana in Francia ha attribuito il vandalismo a un “clima di incitamento violento e incontrollato” alimentato da alcuni esponenti politici francesi, senza tuttavia fornire nomi. L’ambasciatore Joshua Zarka, dopo aver visitato il luogo, ha definito l’atto “terrorismo” volto a intimidire i dipendenti e i cittadini israeliani.
Il ministro dei Trasporti Miri Regev ha collegato l’episodio alla recente decisione del presidente Emmanuel Macron di riconoscere, a partire dal mese prossimo, lo Stato di Palestina. “Oggi tocca a El Al, domani sarà Air France”, ha scritto, chiedendo la punizione dei responsabili.
La settimana scorsa, una studentessa gazawa, accolta come rifugiata da un programma di studio francese, è stata scoperta a sobillare il pubblico alla violenza antiebraica sui social network.
Un contesto di relazioni franco-israeliane tese
L’episodio avviene in un momento di forte deterioramento delle relazioni tra il governo israeliano e l’esecutivo francese. Il 25 luglio, Macron ha annunciato l’intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina, dichiarando di voler contribuire a “una pace giusta e duratura in Medio Oriente”.
Israele considera questa posizione un segnale politico favorevole a Hamas, soprattutto nel contesto della guerra in corso a Gaza. Le autorità israeliane temono che atti di protesta ostili possano moltiplicarsi in Europa a seguito di simili prese di posizione.
Il nodo antisemitismo
Le reazioni israeliane e di parte francese concordano nel qualificare il vandalismo come un atto motivato da antisemitismo, benché i graffiti avessero anche una chiara connotazione politica legata al conflitto israelo-palestinese. Il governo israeliano ha chiesto alla Francia di garantire la sicurezza del personale e delle sedi della compagnia aerea, sollecitando misure severe contro i responsabili.
L’attacco agli uffici El Al di Parigi non è solo un episodio di vandalismo, ma si inserisce in un quadro di tensioni diplomatiche, fratture politiche e accuse di antisemitismo. La vicenda riflette come la guerra a Gaza stia avendo ripercussioni dirette nelle capitali europee, dove il conflitto viene riletto attraverso il prisma delle politiche nazionali e delle relazioni bilaterali con Israele in chiave marcatamente antisemita.