Raid aereo israeliano a Beirut: ucciso alto comandante di Hezbollah

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di Davide Cucciati

Un raid aereo israeliano ha colpito Beirut, uccidendo Ali Haytham Tabatabai, comandante militare di Hezbollah considerato il suo “capo di stato maggiore”. L’organizzazione ha confermato l’eliminazione di Tabatabai, annunciando anche la morte di altri quattro miliziani. Al momento, la leadership di Hezbollah sta valutando come reagire.

 

Domenica 23 novembre 2025, un raid aereo israeliano ha colpito Beirut, uccidendo Ali Haytham Tabatabai, comandante militare di Hezbollah e figura di spicco dell’organizzazione sciita. Hezbollah ha confermato l’eliminazione di Tabatabai, annunciando anche la morte di altri quattro miliziani. Inoltre, secondo le autorità sanitarie libanesi, almeno venticinque persone sono rimaste ferite nell’attacco.

Il giornalista israeliano Amit Segal ha precisato che Tabatabai era considerato il “capo di stato maggiore” di Hezbollah, secondo solo a Naim Qassem. Nato nel 1968, era parte della “generazione fondatrice” del gruppo, con esperienza militare maturata in Libano, Siria e Yemen. Aveva comandato l’unità d’élite Radwan ed era ricercato dagli Stati Uniti, con una taglia da 5 milioni di dollari. Si tratta del più alto comandante di Hezbollah ucciso da Israele dopo il cessate il fuoco del novembre 2024.

Secondo ABC News del 24 novembre 2025, il presidente libanese Joseph Aoun ha definito il raid su Beirut “l’ennesima prova che Israele ignora i ripetuti appelli a cessare gli attacchi sul Libano e rifiuta di attuare le risoluzioni internazionali e tutti gli sforzi e le iniziative volti a porre fine all’escalation e ristabilire la stabilità, non solo in Libano ma in tutta la regione.” Anche il primo ministro libanese Nawaf Salam ha reagito con un post su X, affermando che: “Continueremo a lavorare con ogni mezzo politico e diplomatico, con i Paesi fratelli e amici, per porre fine alle aggressioni israeliane, ottenere il ritiro dai nostri territori e il ritorno dei nostri prigionieri. L’unico modo per garantire stabilità è l’applicazione integrale della Risoluzione 1701 e il pieno controllo statale sul territorio libanese da parte dell’esercito.”

Dal canto suo, Netanyahu ha dichiarato: “Israele è responsabile della propria sicurezza. Le azioni per sventare attacchi sono prese da Tzahal in autonomia. Non dobbiamo chiedere permessi a nessuno”. Il ruolo statunitense rimane ambiguo: se, da un lato, il Jerusalem Post, che cita fonti americane, riporta che gli Stati Uniti avrebbero smentito di essere stati avvisati in anticipo del raid, vi è anche la voce di Amit Segal secondo la quale gli USA stanno “incoraggiando Israele a colpire con più forza Hezbollah”. Nel fine settimana, Tzahal ha anche colpito diversi siti militari e depositi di armi nel sud del Libano e nella valle della Bekaa, dove si registrava attività dell’organizzazione terroristica. L’obiettivo è stato quello di prevenire nuovi lanci di razzi verso il nord di Israele, un rischio che, secondo l’esercito, rimane concreto.

Al momento, la leadership di Hezbollah sta valutando come reagire. L’esercito israeliano ha innalzato il livello di allerta nel nord di Israele, pur senza modificare, per ora, le istruzioni alla popolazione civile.